Alfa Romeo 2015 il ritorno, che ritorno sarà? Almeno negli Stati Uniti “il tempo delle chiacchiere è finito”, ha detto al Salone di Los Angeles in novembre il capo di Alfa Romeo e Maserati Harald Wester, parole che ripeterà in gennaio al prossimo Salone di Detroit. Dove, per l’occasione, dovrebbe presentare un concept del marchio del biscione. Nell’attesa, Wester insieme a Reid Bigland, capo di Alfa Romeo in Nordamerica, hanno dato notizia che il ritorno annunciato da una decina d’anni nella terra de “Il laureato” è cominciato con lo sbarco via nave di ben 54 Alfa Romeo 4C. Da dividere per 82 dealer di auto italiane dai quali ci sarà inevitabilmente una fila di consumatori con poche speranze di comprarla.

Sono una testa di ponte delle 150.000 Alfa Romeo che Marchionne intende vendere nel 2018 in America, parte preponderante dell’obiettivo di 400.000 nel mondo sempre  entro quella data. Dopo avere messo sul piatto 6,5 miliardi di dollari di investimenti per sviluppare 8 nuovi modelli e dimenticarsi le 74.000 vendite Alfa del 2013.

Wester ha precisato che in giugno vedremo la prima Alfa Romeo del nuovo corso, con produzione a fine 2015, sul mercato nel 2016. E’ l’attesa Giulia, come da anni Marchionne e Wester dibattono all’interno fra presunte bocciature di stile e discussioni sui soldi necessari? Secondo Automotive News Europe, sarà sì una berlina di medie dimensioni, «tra una Bmw serie 3 e una serie 5» con nuovi motori molto interessanti, ma non si chiamerà più Giulia. Peccato, per gli amanti della storia del marchio.

I quali, fra tutti questi buoni segnali,  spero non abbiano messo gli occhi su un report agli investitori del 10 novembre scorso di Morgan Stanley. La banca d’affari americana, pure piuttosto fiduciosa sul futuro di FCA, è stata negativa su Alfa Romeo. Un giudizio basato sui volumi eccessivamente bassi del marchio, circa 80.000 unità vendute a fine 2014 («meno del 4% del gruppo Bmw, Bmw+Mini») e sulla certezza che Alfa continuerà a perdere soldi, «l’unico problema è quanto». Per il 2015, stimano questi analisti, almeno 150 milioni di euro («ma potrebbero essere maggiori, fra i 200 e i 250 milioni»).

La chiosa di Morgan Stanley è quasi un suggerimento a Marchionne: se Alfa Romeo fosse ceduta a «una terza parte», FCA ne guadagnerebbe. In valore («1 miliardo»), oltre a permettere di «concentrare gli sforzi strategici del gruppo per andare avanti». Non ditelo a Ferdinand Piech, patron del gruppo Volkswagen fissato con l’Alfa. Che però ha  una montagna di problemi a casa sua.

Commenti
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    Da alfista ormai ho perso ogni speranza, se anche nel 2016 l’Alfa risorgerà dalle ceneri lo farà -stando ai piani FCA- con la pretesa ed i motori di auto sportive fascia premium, quindi al di fuori della portata del 70% degli alfisti attuali. @pietroguzzetti

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    La vocazione Alfa, Pietro, è quella. Il marchio è stato reso celebre da auto di fascia media-superiore, quella che oggi si definisce appunto Premium, non dalle piccole tipo Arna o Alfasud, che al contrario hanno dato il via al declino.
    Se l’Alfa deve fare l’Alfa erodendo quote di mercato a Bmw e Audi, il suo settore naturale è il Premium.

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