Sergio Marchionne si fa verde. Il numero 1 di FCA sposa l’ibrido. Ed è una buona notizia. “Ora è il momento giusto”, spiega al Salone di Detroit, tanto che la prima ibrida arriverà a fine anno sul van Chrysler Town & Country. Era ora. Per gli altri marchi del gruppo, toccherà aspettare. Così come per l’elettrico e l’idrogeno. Ma è pur sempre un inizio.

Faccio qualche passo e mi ritrovo alla conferenza stampa Mercedes dove Dieter Zetsche, numero 1 dell’industria tedesca, annuncia: “Lanceremo 10 modelli ibridi plug-in entro il 2017“. Dieci modelli. Non uno solo. Incredibile.

Altri metri e sono a Chevrolet: gli americani presentano la seconda generazione (non la prima …) della Volt, un’ibrida plug-in di tipo range extender da 50 miglia (rispetto alle 38 attuali) in modalità solo elettrica a zero emissioni allo scarico. Non solo. Alla Volt (arrivo seconda parte dell’anno) gli americani aggiungeranno la nuova Bolt, un’elettrica pura compatta prevista per il 2017 da 200 miglia di autonomia e 30 mila dollari di prezzo (incentivi compresi).

A fine giornata, al conto delle ibride plug-in, aggiungo l’Audi Q7, la Hyundai Sonata e la Volvo XC90, tutte e tre di serie, e il concept Cross Coupé GTE di Volkswagen. E all’improvviso la conversione di Marchionne mi sembra molto meno verde.

Commenti
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    Basta che la breaking news alzi di un punto le azioni FCA a Wall Street e Sergio le auto le converte a lambrusco…
    Potrebbe riciclare per il Town & Country (alias Voyager) la tecnologia ibrida del prototipo Fiat Multipla del 2001. Quindici anni sono un tempo ideale per passare dalla sperimentazione alla produzione!

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    È solo la punta dell’iceberg.
    Il resto alla prossima news.
    GC

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