Commentando i risultati 2015 del gruppo PSA, lo scorso febbraio avevo scritto che Tavares avrebbe potuto pentirsi di aver raggiunto l’obiettivo di un margine operativo automotive del 5%, dal momento che il miglioramento era dovuto in gran parte ad efficienze sugli acquisti e fattori esterni favorevoli piuttosto che alla performance sul mercato.

Tavares sa che gli investitori preferiscono progressi magari più lenti ma costanti, e nel nuovo piano quinquennale (2016-2021) “Push to Pass” ha prontamente provveduto a ritarare l’obiettivo di margine al 4% per il 2018 (ed al 6% per il 2021). Allo stesso tempo, ha fissato un obiettivo di crescita del fatturato a tassi di cambio costanti del 10% nei prossimi tre anni, per cui in valore assoluto, escludendo il contributo delle joint ventures cinesi, il margine operativo, anziché aumentare, calerebbe da 1.871 a 1.650 milioni di euro. Un’ipotesi decisamente conservativa.

Non a caso, nella presentazione del piano, l’astuto manager portoghese fa riferimento al margine dell’1% medio raggiunto dal gruppo negli ultimi quindici anni, non al 5% dello scorso anno, e parla di un “organic profitable growth plan”, vale a dire un piano basato su fattori di crescita interni che l’azienda è in grado di controllare.

A questo proposito, in una bella intervista rilasciata a Luca Ciferri di Automotive News Europe, Tavares insiste su uno dei suoi cavalli di battaglia, la politica di prezzi dei marchi del gruppo PSA. Egli ha perfettamente ragione quando dice: “The first thing you need to do is control pricing. It is absolutely strategic” – gli addetti ai lavori sanno quanto ciò sia difficile – ma a un miglioramento del posizionamento dei prodotti non corrisponde necessariamente un aumento del fatturato. Se i concorrenti abbassano i prezzi, o se ad un aumento di prezzi seguono maggiori sconti, l’impatto sulle revenues è limitato.

Di conseguenza, per aumentare il fatturato, Tavares dovrà soprattutto puntare ad un aumento dei volumi, nonostante dichiarazioni del tipo: “Volume can be the enemy of value, there is a point at which pushing volume can destroy value” (va detto che è un leader di grande talento con il pallino dei numeri, e come tutti gli ingegneri considera gli uomini di marketing e vendite dei ‘volume junkies‘), e nonostante il nuovo piano non indichi un obiettivo di volumi, né di quota di mercato.

Il suo obiettivo è fare di PSAthe most efficient carmaker in the world“, abbassando progressivamente il punto di pareggio, il che – ça va sans dire– è assolutamente apprezzabile. Ma in mancanza di una crescita di vendite con tutti tre i marchi e in tutte le regioni del mondo dove PSA è presente, difficilmente il fatturato aumenterà del 3-4% l’anno nei prossimi cinque anni, e nemmeno i profitti.

Per adesso le vendite, e di conseguenza il fatturato automotive, scendono dell’1.7%, con un primo trimestre disastroso in Cina, India, Medio Oriente e Africa.

 

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