La Vespa GTS è la Vespa più cara, più venduta e più potente mai costruita a Pontedera dalla Piaggio. Ha un motore 300cc, volendo c’è anche un 125cc che però quasi nessuno compra, e un motivo ci sarà. In passato è stata 250 e 200. Bene, l’altro giorno mi arriva un comunicato dalla Piaggio e quasi cado dalla sedia (non dalla mia Vespa 300cc): la GTS sarà d’ora in poi anche 150cc, euro 4, motore nuovo di zecca che ha esordito sul Medley, lo scooter a ruote alte.
Mah. Mettiamo pure da parte il fatto che la cilindrata 150 è una bizzarria italiana a causa di una legge che, unica in Europa, vieta di andare in autostrada sotto questa soglia. Mettiamo pure da parte la fine dell’esclusività della 300 – se la vuoi è così, posizionamento da premium con margini elevati. Ok, ma con questa operazione che succederà alle vendite delle Vespa Primavera e Sprint?
Queste due sono più piccole della GTS, hanno una linea ancora più bella, si distinguono tra di loro sostanzialmente perché la prima monta cerchi da 11 pollici, la seconda da 12 (già, come la GTS), motori 50, 125 e 150cc.
Se un cliente può scegliere una GTS con il 150cc, non c’è il rischio di cannibalizzare le vendite delle due piccole? Mi si può rispondere che basta non perdere il cliente. Ma dato per buono che la Vespa GTS 300 “si vende da sola”, come mi hanno detto alcuni concessionari sparsi per l’Italia, non sarebbe stato meglio investire piuttosto sulle Primavera e Sprint, spingendo due modelli più accessibili nel prezzo quanto sempre dagli ottimi margini?
Mantenendo lo stesso listino, le due Vespe minori avrebbero potuto ricevere un disco anche al posteriore e magari montare anche sulla Primavera i cerchi da 12. Unificando la fornitura (chissà che si risparmi) e garantendo una migliore guidabilità a tutti. Insomma, un’altra Vespa con doppio disco, al passo con i tempi. Chiedo troppo, da vespista di sola andata?