Pandina si chiamerà la Fiat Panda attuale per lasciare strada alla nuova Fiat Panda che verrà svelata l’11 luglio. Quest’ultima elettrica, più grande con i suoi oltre quattro metri di lunghezza, inevitabilmente più costosa e poi anche ibrida, con un mild più efficiente di quello rimasto sulla Pandina. Una storia che finisce con due pesi e due misure a casa Stellantis rispetto alla sorellastra Lancia Ypsilon, le più amate dagli italiani da tanti anni.

Panda diventa Pandina e resterà in produzione a Pomigliano almeno fino al 2027 – notizia di oggi (era al 2026), per la gioia di concessionari, clienti e dei 4.100 lavoratori della fabbrica campana dove formalmente il 60% della produzione è Panda, il 40% Alfa Romeo Tonale con derivazione Dodge Hornet per gli Usa. Io sapevo 70 e 30 et voilà hanno annunciato un aumento della produzione del 20%, ci siamo. Sopra la Panda, la capra campa: a Pomigliano metteremo al suo posto un altro modello, promette Tavares, ceo di Stellantis. Se avesse fermato la linea Panda adesso, sai che proteste. Anche perché quella nuova nascerà in Serbia.

La Lancia Ypsilon, invece, finisce i suoi giorni entro giugno nella fabbrica polacca di Tychy (e sai che non proteste). Quella nuova è elettrica con lo stesso nome, più grande e molto ma molto più costosa, prodotta in Spagna. Poi arriverà anche ibrida. Ma chissenefrega dove nasce, mi dicono con le mani nei capelli i concessionari, disperati di perdere una best seller e ricevere una specie di hard seller. Proprio due pesi e due misure.

Ma poi, Pandina a chi? Panda è una stella brillante della storia Fiat, tre generazioni di macchina intelligente con look antesignano da crossover e piano di seduta rialzato come successivamente è diventato di moda per quasi tutte. Pandina è una gigantessa dell’auto, anche se il diminutivo suona simpatico e chissà che succede a Roma, dove in romanesco è già er Pandino al maschile e il verbo andare in annare è stato traslato con la Panda per cose tipo pa-ndà al mare, pa-ndà in giro etc. A Sanremo l’avrebbero forse vietato dopo il caso Geolier.

E pa-ndà a Ginevra? L’altra notte ho visto un piccante video alla vigilia del Salone di Lancillotto in cui Olivier François, capo di Fiat, di DS e del marketing di Stellantis, fa il verso a Ginevra senza metterci piede. Furbata a costo zero con “svelamento” di una nuova linea di 5 prototipi (derivati compresi) di Fiat che – promette – arriveranno sul mercato in quattro anni. A partire dalla prossima Panda, accennata come “Mega Panda” (wow, dice uno dei miei figli, sembra la cugina italiana di Tesla Cybertruck) fino a un suvvone evocato per adesso come “Giga Panda”. Entrambe, insieme alle altre, con aria da colorati carri armati come fossero fatti di mattoncini Lego. Ma che idea paracula quel video.

Pandina e Panda, roba da Olivier, infatti è andato lui a Pomigliano a raccontarla e a sviolinare un po’ (mica Tavares, non si sa mai fra Meloni e De Luca…). Il manager francese in fondo è uno degli ultimi veri creativi nell’auto, intriso com’è di immaginario cinematografico e musica. Deve aver preso molto male il nyet del boss supremo di Stellantis al budget americano per il Super Bowl, spot tv al costo di 7 milioni per 30 secondi sui quali in passato il creativo ha dato cose memorabili, da Eminem a Bruce Springsteen (guardatelo su Wolf, il podcast di Fedez della settimana scorsa). Quest’anno per la prima volta assenti perfino Jeep e Ram, i marchi più trumpisti di casa.

Frugalità oltre che Pandina, è l’ordine di Tavares, perché lo sciopero in America di sei settimane degli operai sindacalizzati Uaw ha fatto perdere soldi all’azienda. A lui personalmente mica tanti: Bloomberg gli ha fatto i conti in tasca e ha scritto che il suo compenso nel 2023 è stato 518 volte quello di un dipendente. Mortacci.

PS L’importanza di chiamarsi Panda e Pandina. Ho ancora da qualche parte l’invito a provare la Gingo, nome dal cilindro con cui degli sciagurati in Fiat nel 2003 volevano chiamare la nuova Panda. Santa Renault si mise di traverso perché aveva la Twingo, e Gingo rimase sul cartoncino. Ammetto che amo la Panda dal 1980 e le sue eredi. Sono una cameriera, direbbe l’Avvocato: “Ci si innamora a vent’anni: dopo si innamorano soltanto le cameriere”.

@fpatfpat

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