Chi si ricorda di Bob Lutz, l’ultimo vero car guy di Detroit? Secondo la Reuters, a 81 anni l’ex vicepresidente della Gm ed ex salvatore della Chrysler con Lee Iacocca, sarebbe tornato in pista per rilevare la Fisker in bancarotta insieme a un gruppo cinese. Fisker è un marchio californiano dell’ibrido plug in, è più o meno celebre la sua sportiva Karma da 100.000 dollari. Ma che ci farebbe con un’auto ibrida uno come Lutz, secondo cui il riscaldamento globale è un “crock of shit”, letteralmente una “cagata”?
Il manager che andava in ufficio anche in elicottero, che ha firmato icone come la Chevrolet Camaro degli anni ’60 e che ha (come si dice in America) benzina nelle vene, sarebbe interessato all’affare con una società di cui è socio. La Reuters racconta tutto qui senza essere stata per ora smentita.
Certo, è una storia incredibile. Lutz con le batterie agli ioni di litio è come dire un vegetariano in una macelleria. Solo nel 2008 ammette a denti stretti che “l’elettrificazione dell’auto è inevitabile”, premessa del lancio della Chevrolet Volt, elettrica ad autonomia estesa nata nel periodo in cui è vicepresidente Gm con responsabilità dello sviluppo del prodotto. C’è anche la sua mano, insomma, e se ne vanta nel suo ultimo libro di memorie, “Car Guys vs Bean Counters: The Battle for the Soul of American Business”. Pubblicato due anni fa, quando la Gm sta uscendo faticosamente dalla bancarotta dentro cui anche lui l’aveva precipitata.
Certo, è una storia incredibile. Lutz l’antiambientalista è stato pure clamorosamente riabilitato in un film presentato nell’aprile del 2011 al Tribeca festival di New York. In “Revenge of the electric car” firmato dal regista Chris Paine che cinque anni prima aveva girato “Who killed the electric car”. Lutz compare insieme a Carlos Ghosn, ceo di Renault-Nissan, ed Elon Musk, ceo di Tesla, per narrare la rinascita dell’auto elettrica. Da non credere. Lutz-Fisker? Solo per odore di soldi. Pubblici.
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