“Per Termini Imerese credo sia passato il momento storico. In Europa la sovraproduzione è ormai un problema strutturale. L’Italia non potrà più trasformarsi come ha fatto la Spagna, la Francia, la Germania e altri paesi europei. Non credo che un produttore straniero possa venire a costruire auto in Sicilia”. Usa il martello Gaetano Thorel, presidente della Ford Italia, sul caso della fabbrica siciliana che la Fiat vuole spegnere alla fine del 2011. Ma lo fa da osservatore neutrale, sebbene la storia ricordi come alla Ford fu scippata nel 1986 l’occasione di venire a produrre in Italia acquisendo l’Alfa Romeo, comprata invece dalla Fiat alla venticinquesima ora.

Oggi la Ford è primo marchio straniero del nostro paese con una quota che lui vorrebbe portare al 10% del mercato a fine 2010: “Ho il sogno di far diventare Ford  l’alternativa al costruttore nazionale e non più soltanto il primo importatore”. Thorel, che incontriamo a Roma in occasione del premio Top Manager della rivista specializzata Interautonews. sottolinea come sia stata fatta “confusione”  su Termini: se un “problema industriale”è stato legato alla questione degli incentivi, vuol dire che “il governo ha  problemi di consenso e di comunicazione”.  Chiaro che a Thorel come al resto dei costruttori stranieri, non è piaciuta la scelta di negare il rinnovo degli  incentivi per tutti.  Il presidente della Ford  tuttavia non crede che finirà così e ipotizza nuovi aiuti pubblici per l’auto nel secondo semestre dell’anno. “Avremo ancora un marzo stellare per le vendite, grazie agli ordini del 2009 in via di smaltimento. Ma da aprile sul mercato si apre un nuovo campionato, fatto di segni meno.  A giugno, quando si tireranno i primi conti, se ne riparla”.

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