Cinesi a parte, è raro oggi vedere girare soldi fra costruttori di automobili. Per questo fa notizia che la Toyota investirà 50 milioni di dollari per acquisire una quota di Tesla, azienda californiana specialista di auto elettriche che prende il nome da un grande ingegnere serbo sbarcato in America nel’800. L’intesa, benedetta giovedì scorso dal governatore della California Arnold Schwarzenegger, prevede una collaborazione per lo sviluppo di auto a volt e l’acquisizione della fabbrica Toyota di Fremont da parte di Tesla. Nota come Nummi, è stata la prima fabbrica del marchio giapponese a nascere 25 anni fa negli Stati Uniti in  joint venture con la General Motors, cui il partner americano è venuto meno l’anno scorso dopo la bancarotta pilotata.  Questo accordosembra far tutti contenti, con la crisi che c’è: 1) la Tesla costruirà a Nummi il suo nuovo modello elettrico, la berlina S;; 2) la produzione salverà il posto a mille operai, Green jobs, cioè posti di lavoro creati grazie a nuove produzioni più ecocompatibili sui quali il governo federale americano e la California in particolare investono molto; 3) la Toyota fa uno scatto dopo gli oltre 6 milioni di auto richiamate negli Usa per difetti, con una operazione di immagine oltre che di sostanza  con cui iniziare a riconciliarsi con i consumatori.

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