Che l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne se ne sbatta di tutto e tutti, può far parte di uno stile.  Ma nell’intervista ad Automotive News uscita l’1 novembre, Marchionne tira dritto alla sua maniera su un argomento di stretta competenza degli azionisti: la scelta del suo successore. Se ne parlerà intorno al 2014, risponde all’intervistatore, aggiungendo che per lui il candidato sarà preso dall’interno del Gec (“è assai improbabile che venga da fuori”). Il Gec è il consiglio di 22 top manager nominati da Marchionne, che operativamente guida il gruppo dallo scorso settembre. Ma chi l’ha detto che questa indicazione spetti a lui? La nomina dell’amministratore delegato è prima responsabilità del consiglio di amministrazione e degli azionisti qui rappresentati. In questo senso, la Fiat è effettivamente ancora italianissima: in una società americana,  l’amministratore delegato non avrebbe potuto parlare così in libertà senza conseguenze. Nemmeno questa volta ha nulla da dire John Elkann, azionista di maggioranza e presidente, cui Marchionne ha già fatto fare una brutta figura tirando via la Fiat a forza da quella Confindustria di cui l’erede Agnelli era vicepresidente?

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