Tra i due non risulta esserci mai stata passione, anche perché il secondo è amico di Montezemolo, il quale  a sua volta  non si può più dire amico del primo. Il ministro dello Sviluppo pare abbia telefonato all’amministratore delegato della Fiat giovedì scorso, per convincerlo a mettere sul piatto di Termini Imerese i 6 milioni mancanti per accompagnare alla mobilità i lavoratori che non verranno riassunti dal prossimo proprietario della fabbrica siciliana, dismessa da Fiat e destinata a Dr Motor. Una mediazione chiara e forte, anche per i sindacati (Landini della Fiom me l’ha definita “importante“), soprattutto se confrontata con  il nulla o con l’ostilità del precedente governo. Marchionne ha accettato, per un pugno di euro e nemmeno tutti quelli che l’azienda finora aveva sempre concesso in analoghe situazioni di accompagnamento alla pensione, pagando l’80% del suo tabellario invece del 100% . Ma tant’è, qualcosa doveva a Passera (al paese e al lavoro molto di più); e in fondo, con il ministro se l’è cavata con quattro soldi. Nel 2002, il Passera banchiere di Intesa aveva salvato con un mega prestito una Fiat sull’orlo del default, insieme ad altre sette banche italiane.  Nel 2005, Passera e gli altri avevano poi evitato di convertire il prestito in scadenza di 3 miliardi in azioni Fiat, permettendo agli Agnelli una operazione denominata equity swap, che ebbe due effetti: lasciare intonsa la quota di controllo della Famiglia al 30,6% e fare infuriare per una volta la Consob,  per l’eccessiva disinvoltura con cui Torino ragginse  l”obiettivo. E ancora, nel gennaio del 2006, Intesa di Passera e Capitalia non vendettero le proprie partecipazioni in Fiat, al contrario di Mps e San Paolo Imi.  Insomma, fatti due conti, Marchionne è ancora in debito con lui. Ma è più che probabile che non lo salderà mai. Passera, il  30 agosto scorso, ha usato toni e parole indigeribili da una Fiat in piena guerra con la Fiom, oltre che con la Confindustria: “Tra i problemi che bloccano la nostra crescita non metterei tra i primi quelli dei rapporti con il sindacato”. Il resto dell’intervento dell’allora banchiere lo trovate qui.

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