Montezemolo ha chiuso il 2013 della Ferrari con risultati record. In tempi bui per le casse Fiat, mi raccontano in certi ambienti, Maranello starebbe  facendo da bancomat. Comprensibile, il gruppo serve anche a questo.  Ma per il presidente del Cavallino, un bilancio record potrebbe essere utile anche per lasciare in pompa magna, cogliendo al volo una opportunità che si è delineata con il governo Renzi. Sottraendosi alle pressioni di Marchionne e di Elkann, che vorrebbero a loro disposizione la poltrona delle Rosse per motivi diversi.

Prima due numeri sui risultati della Ferrari, approvati una settimana fa. Dopo aver deciso strategicamente di ridurre le vendite per aumentare l’esclusività e migliorare il valore del prodotto, il bilancio 2013 è composto da un fatturato in aumento (+5%), da un utile netto in aumento di 246 milioni (+5,4%), a fronte di minori vendite (6.922 unità, -5,4%). E’ del 15,6% il return on sale, guadagni da lusso puro.  E ancora auto vendute al 100% personalizzate con il programma Tailor Made di cui Lapo Elkann è consulente. E 12,5 milioni di fan su Facebook (+25%), cosa utile per un brand che vive di notorietà. Il mondiale di Formula 1 è stato perduto di nuovo, ma nessuno è perfetto.

Tante luci per un’altra ribalta. In ambienti romani si racconta dunque che Montezemolo potrebbe andare a fare il presidente dell’Alitalia una volta entrati gli emiri di Abu Dhabi con Etihad Airways.  La storia l’ho scritta l’altro giorno su pagina99. Ma è arrivata anche alle orecchie del Corriere della Sera, giornale che sulla carta dovrebbe saperne più di me, essendo in mano alla Fiat. Tanto è vero che Dagospia lo ha rilanciato.

Ora mi suggeriscono di tenere d’occhio Carlo Calenda, amico del presidente Ferrari, in corsa per una poltrona di viceministro anche con Renzi. Dallo Sviluppo economico alla Farnesina, ma forse inchiodato lì allo Sviluppo con delega all’internazionale, giusto dove passano i dossier tipo Alitalia-Etihad. Per chi vola Montezemolo?

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