Nei giorni scorsi sono stato a Monaco in Bmw e avevo chiesto al management perché non offrivano gratuitamente il servizio di car sharing DriveNow per gli acquirenti di una loro vettura. “Buona idea”, era stata la risposta.

In realtà i tedeschi già sapevano che sarebbero andati oltre: chi acquisterà la nuova generazione della Mini Clubman – 4 porte più 2 dietro invece dell’attuale 3+2 potrà mettere a disposizione di DriveNow la propria auto quando non è utilizzata.

Una sorta di Uber Pop rivisitato dall’industria automobilistica: non faccio l’autista con la mia auto ma la metto a disposizione degli altri. E guadagno. Ammortizzando un prezzo di listino che, in puro stile Mini, resta non proprio accessibile. L’opzione car sharing della Mini sarà disponibile a partire dal prossimo anno e all’inizio solo negli Stati Uniti.

Ottima idea e facile da replicare. Non è un caso che Ford abbia sviluppato un progetto pilota simile chiamato Peer-2-Peer Car Sharing, invitando 26.000 clienti di sei città degli Stati Uniti più Londra a noleggiare la loro auto ad altri guidatori per brevi periodi di tempo. E come racconta Il Fatto Quotidiano, anche Opel ha messo in piedi una iniziativa simile. Avanti il prossimo.

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