Sei quasi a secco di volt con l’auto elettrica? Ti fermi a un distributore (non di benzina), ti cambiano la batteria in pochi minuti e riparti. Questa l’idea (per me) geniale di Shai Agassi, americano di origine israeliana, che cinque anni fa fonda la Better Place (nome immodesto). Sostenuto da capitali propri nonché dal governo israeliano di Shimon Peres, Agassi affianca  il gruppo Renault-Nissan nello sviluppo e nel lancio dell’auto elettrica, con la sua idea di ricarica che nelle intenzioni avrebbe dovuto togliere l’ansia di restare a piedi ai futuri proprietari di macchine elettriche. Agassi, d’intesa con il costruttore al mondo più avanzato sui progetti di veicoli a batterie, comincia a sperimentare il cambio-batteria in Israele e in Danimarca, due paesi geograficamente piccoli e dunque ideali per la scarsa autonomia dell’auto elettrica. Due giorni fa,  Agassi si è però dimesso da amministratore delegato. L’azienda non ha fornito commenti, si sa soltanto che Better Place perde quasi 500 milioni di dollari. E che l’auto elettrica fatica più di quanto si temesse ad affermarsi sui mercati reali, con quello europeo colpito da una dura recessione. La storia non sembra essere con Agassi, ma non è detto (vedi Steve Jobs). Per chi volesse saperne di più, qui c’è un bel pezzo del New York Times.

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