Ho assistito di recente ad un dibattito sulla tecnologia dell’auto con pilota automatico, la driverless car in via di sviluppo presso Google e molti altri centri di ricerca intorno al mondo. Il dibattito mi ha molto impressionato per la vastità delle implicazioni che questa rivoluzione oggi agli albori promette di consegnarci in un futuro prossimo. Riassumo qui di seguito alcune delle note che mi sembrano più interessanti.

1 – Tempi di realizzazione. I visionari hanno fretta: Sergey Brin di Google parla di quattro anni per avere una macchina da portare ad un salone (ma dovremmo forse pensare che ci andrà da sola, e che si parcheggerà sullo stand senza bisogno di assistenza). Morgan Stanley che ci sta mettendo i suoi soldi, e soprattutto la Volvo (vedremo tra un attimo perché) parlano più ragionevolmente di una flotta circolante entro il 2022.

2 – Tempi di adozione. Si comincerà dai parcheggi, poi dalle reti stradali private, per finire su quelle pubbliche. Da quel momento in poi, entreremo in un circolo vizioso: l’adozione da parte degli automobilisti sarà su base volontaria, ma l’efficienza del sistema aumenterà in parallelo con la percentuale degli utenti, e il funzionamento ideale sarà legato all’uso da parte del 100% delle vetture circolanti. Prepariamoci dunque a sottili forme di coercizione che partiranno con le corsie preferenziali e gli sconti sulle polizze assicurative, ma potranno presto salire a livelli più stringenti.

3 – La direzione verrà dalla politica. Il settore privato ha molto da perdere nella fase di transizione (autisti, officine di riparazione, avvocati…).  Per contro, ci sono 8 milioni di persone che ogni anno perdono la vita sulla strada. Il saldo tra i due fattori penderà sempre a favore di questi ultimi nelle scelte dei legislatori.

4 – Sicurezza e privacy– Rischiamo già ogni giorno di avere i nostri dati personali rubati da un hacker dall’altra parte della Terra, con tutti i costi finanziari e non, che questo comporta. Ma cosa rischieremo il giorno in cui la guida di milioni di automobili sarà governata da un computer? La pirateria della strada potrebbe avere nuovi e inquietanti orizzonti. E se riusciremo a prevenirla, quale sarà il costo in termine di privacy?

5 – Vincitori e vinti. I parametri di questo nuovo modello di mobilità sono troppo lontani dall’assetto attuale per essere abbracciati dai protagonisti dell’industria dell’auto, e infatti sotto la vetrina degli studi di prototipazione (il totale speso finora da Google, Bmw, Mercedes, Audi, etc….in progetti di driverless car, non ammonta al costo dello sviluppo di un nuovo parafango), molti capi d’industria restano arroccati in uno scetticismo da barricata. La casa più seriamente impegnata è la cinese Geely, tramite la sua controllata svedese: Volvo. Una combinazione perfetta, che potrebbe consegnare all’industria della tigre asiatica le chiavi della motorizzazione per il terzo millennio.

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