Eh sì, Ayrton Senna ci ha lasciato il primo maggio di 30 anni fa. Il tempo corre più della Formula 1. Sapete tutto di quel giorno: Imola, la curva del Tamburello, il piantone dello sterzo spezzato, lo schianto a tutta velocità. Quel che non sapete o non ricordate oppure sapete a memoria beati voi, lo si può incontrare al Mauto di Torino dal 24 aprile alla “Ayrton Senna Forever”.

“La più grande e completa esposizione mai realizzata dedicata all’iconico campione”, si legge nella presentazione. Vedere cammello per un giudizio, ma è giusto partire con un un po’ di immodestia e poi parola alla Rete, come non poteva succedere ai suoi tempi.

Per Senna e non solo sono andato all’ambasciata del Brasile a Roma, in uno dei più bei palazzi della Capitale a piazza Navona, per partecipare alla presentazione dell’evento. In un cortile, la showcar della McLaren Honda MP4/4 del 1988 che ha accompagnato Senna verso il Mondiale.

Bene le parole dell’ambasciatore brasiliano Renato Mosca di ottocentesche origini molisane (“era un uomo che pensava anche alla gente e a fare qualcosa per il mondo”), del presidente del Mauto Benedetto Camerana (“una mostra di taglio culturale che va al di là del risultato sportivo”), del curatore e nonché caro amico Carlo Cavicchi (“un fenomeno se a 30 anni di distanza o lo ricordano o ne parlano anche se nati dopo”).

Al Mauto, spiegano, ci si imbatterà in 253 oggetti su e di Senna, da tutte le sue tute e caschi a tutti i libri usciti su di lui nel mondo in edizione originale e poi sue monoposto e sue parole e foto e video. Un crescendo di cose e sentimenti in 1500 metri quadrati che Carlo (autore di un libro a quattro mani con Ayrton, per altro) spiega in un “ma anche” (sì, veltroniano) e in un “per fare di più e meglio”. Una ricerca mondiale durata otto mesi per un evento che andrà in concorrenza altrettanto mondiale con quanti – ovunque ci sia un po’ di passione – ricorderanno il trentennale della scomparsa di Senna. Del pilota e dell’uomo, primo in pista e spesso dedito agli ultimi fuori dalla pista.

E’ strano destino che proprio oggi sia morto Ted Toleman, colui che nel 1984 fece esordire nella sua scuderia il giovane Ayrton. Col Senna di poi, mi è sempre mancato qualcosa per amare davvero questo sport. Lo pensavo allora, lo penso adesso: sì, la Formula 1. Il resto è letteratura, sogno, distrazione, Senna.

@fpatfpat

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