TikTok, gli Stati Uniti mettono al bando a casa loro la piattaforma cinese più popolare fra noi occidentali con l’accusa di passare informazioni al governo di Pechino. In America 170 milioni di persone usano l’app di TikTok e l’automobile ci sta dentro fino al collo.

La legge è stata firmata dal presidente Biden e prevede che il divieto scatti entro 270 giorni nel caso la società cinese proprietaria di TikTok, ByteDance, nel frattempo non venda la filiale americana a qualcun altro. Fra le assurdità del divieto, la coincidenza del limite temporale con il giorno precedente all’inaugurazione del mandato del nuovo presidente degli Stati Uniti. E che Biden faccia campagna elettorale anche su TikTok, @bidenhq con oltre 300mila follower e qualche milione di visualizzazioni di video.

Vado su TikTok alla sezione “Autos and vehicles” e nel primo dei “most popular” mi ritrovo una vecchia Fiat 126 verde prato. Con stoffa verde pure sui sedili, cose mai viste a Biesko Biala dove la piccola italiana veniva costruita negli anni ’70 salvo ripassare a Mirafiori perché i nostri operai le dessero un’avvitata come si deve, prima di finire in concessionaria. Chissà se la nuova Commissione europea ragionerà come l’amministrazione Biden su TikTok, adesso ha altri cavoli cui pensare.

Ma TikTok per l’auto è oggi molto di più della simpatica Fiat 126 verde. E’ uno degli strumenti attraverso cui i costruttori – chi più, chi meno – fanno passare il loro messaggio di credibilità per raggiungere potenziali clienti irraggiungibili altrove.

Dimenticate TikTok dei balletti per ragazzine e ragazzini: è un social maturo come gli altri (ma in solo dieci anni), dove c’è di tutto e di più. Di diverso c’è solo l’età dei frequentatori: chi si dirige verso i 60 e poi oltre pare sia meno presente. Facebook rimane il paradiso per vecchi, X è l’ex Twitter colpito e affondato dai 44 miliardi di dollari spesi da Elon Musk per comprarlo. LinkedIn ne ha beneficiato, Instagram veleggia.

Sull’automobile, TikTok ha tuttavia una caratteristica molto in sintonia con i tempi (sennò che social sarebbe?): l’ampia maggioranza dei suoi utenti nel mondo (si parla di oltre l’80%) dà importanza a green e sostenibilità nella preferenza di un marchio automobilistico. Ora, qualcuno ci vedrà un complotto cinese sull’auto elettrica, ma che c’azzecca con la dietrologia la presenza importante di Ferrari o dei marchi premium tedeschi, certo a fianco della sospettabile Renault per i suoi legami con Geely, primo marchio in Europa ad aprire un profilo sul social cinese?

TikTok, l’auto bussa sempre di più e peggio per chi non c’entra (lo ammetto, non mi avrà). Venghino venghino, eppoi chi si compra TikTok America? ByteDance ha promesso battaglia legale contro il divieto e la vita del social potrebbe allungarsi ben oltre i 270 giorni e l’avvio della nuova presidenza. Eppoi TikTok America varrebbe qualcosa come 40 miliardi di dollari, mica è facile da vendere con i tassi di interesse che nonostante le promesse ancora non scendono.

Chi se la compra? Primo indiziato fra i potenziali acquirenti è ovviamente Elon Musk, soprattutto se riuscirà a incassare i 56 miliardi (!) di compensi per i quali vuole trasferire sede legale e fiscale di Tesla in Texas dal Delaware – dove un giudice glieli ha bloccati accettando il ricorso di un azionista.

Alla vigilia della firma di Biden, Musk ha scritto sul suo account che è sbagliato vietare TikTok anche se questo favorirà X. In 140 caratteri una carezza agli amici cinesi da cui dipende il destino di oltre la metà delle sue Tesla e un’altra alla bandiera del “free speech” con cui si vende in America. Questo sì un balletto paraculissimo.

@fpatfpat

Lascia un commento