Alfa Romeo a Cassino, dopo Melfi. L’inatteso boom dello stabilimento lucano, dove ogni lunedì si presentano nuovi assunti per la produzione di Jeep Renegade e Fiat 500X, è accompagnato dal risveglio di altre fabbriche italiane di FCA.

Lo scorso sabato, ad esempio, si è lavorato in straordinario anche a Pomigliano per la Fiat Panda; all’abruzzese Sevel di Atessa (Fiat Ducato e i suoi gemelli Peugeot e Citroen); alla VM Motori di Cento (Ferrara) impegnata ad evadere gli ordini di V6 Diesel per i pick up Ram 1.500 e infine alla Maserati di Grugliasco, appena uscita dall’inciampo della mancata produzione di 800 vetture per un problema di fornitura di componenti. Secondo calcoli approssimativi sono circa 8.000 gli operai Fiat chiamati a febbraio a lavorare di sabato.

L’ombra lunga della crisi, però, non si è dissolta: gli stabilimenti di Mirafiori e Cassino viaggiano ancora a scartamento ridotto per via della cassa integrazione. Ma Cassino si sta preparando a produrre da fine anno  la prima delle nuove otto Alfa Romeo promesse nello scorso maggio da Sergio Marchionne.

Nello stabilimento ciociaro da pochi giorni è arrivato come direttore l’ingegner Sebastiano Garofalo, che in casa Fiat è considerato un po’ il mago delle “nuove” fabbriche del Lingotto. Fabbriche modellate intorno al sistema produttivo WCM (World Class Manufacturing) che punta al coinvolgimento dei dipendenti con l’impiego di soluzioni “bottom up”, che partono dal basso.

Garofalo arriva da Melfi dove, per la prima volta in Fiat,  le linee di montaggio di Renegade e 500X sono state progettate assieme da ingegneri e gruppi di operai.  Ed è stato proprio lui, assieme al direttore del personale Carmine D’Agresti, anch’egli sbarcato a Cassino, il regista operativo della rinascita di Pomigliano che aveva fama d’essere fra le più scassate fabbriche d’auto del mondo e che, dopo l’arrivo della Panda dalla Polonia, nel novembre 2012 fu premiato come migliore stabilimento d’Europa dalla rivista tedesca Autoproduktion.

Anche a Cassino, come a Pomigliano e in misura maggiore a Melfi, da metà marzo sarà allestito il cosiddetto “pilotino” (per gli addetti ai lavori Work Place Integration) ovvero il capannone “segreto” dove tecnici e operai proveranno e riproveranno per mesi tutte le operazioni di montaggio sulla scocca della futura Alfa per ridurre la fatica sulla linea di montaggio e contemporaneamente renderla più veloce e sicura e dunque più produttiva.

Per assicurare la qualità adeguata all’assemblaggio delle Alfa, Cassino potrà contare su un nuovo modello d’organizzazione della logistica che, stando al tam tam di fabbrica, si ispira ad uno dei più blasonati stabilimenti tedeschi: la Porsche di Zuffenhausen. Qui  una parte dei fornitori consegnano i componenti già impacchettati in modo da essere pronti per l’uso diretto sulle linee di produzione. Questo significa puntare a sincronizzare la fabbrica di Cassino con decine di fornitori sulla base di programmi di produzione da orologiai svizzeri, ovvero pianificati almeno un mese prima dell’assemblaggio effettivo dei singoli esemplari d’auto. Una sfida nella sfida.

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