Spot auto, quanto volte ci siamo detti “ma quanti sono, si confondono, te ne ricordi uno?”. Certo, per la pubblicità non è più il tempo dei colpi di genio dei grandi creativi che abitavano a Manhattan, anche se è altrettanto vero che allora non c’era la tv dominante come adesso. Però trovo della verità in ciò che scrive Francesco Piccolo nel suo ultimo libro “Momenti di trascurabile infelicità“, seguito (meno felice) di “Momenti di trascurabile felicità“. Due storie nelle quali è facile imbattersi in molte piccole grandi cose della nostra vita quotidiana. Che spesso abbiamo solo pensato, lui le ha messe su carta.

Spot auto? “Quando non capisci di cosa parla una pubblicità, allora vuol dire che è la pubblicità di una macchina”, scrive Piccolo. Ovviamente parla di quel che vede in Italia, dunque di spot nati in Europa per l’Europa – a volte poco adatti per alcuni paesi. Ed è noto che il marketing non è sempre all’altezza.

Ma non ditelo a chi è capace di produrre anche spot da 150.000 dollari al secondo per il Super Bowl: non sarebbe trascurabile l’infelicità per un simile giudizio. Perdipiù firmato da un quotato scrittore e sceneggiatore cinematografico.

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