Dalla fine di novembre torna il Maggiolino della Volkswagen, sì, proprio con il suo nome italiano sul nostro mercato (a ciascuno il suo), mentre Beetle sarà Beetle per gli anglofoni e basta. Rispetto alla precedente versione del 1998, il poco fortunato Beetle (in Europa, un po’ meglio negli Usa),  il nuovo Maggiolino è più di lungo di 15 centimetri, 427 in tutto, contro i poco più di 400 dell’originale Typ 1 del 1938.  Insomma, la storia continua, anche se oggi prezzo e funzionalità hanno un peso specifico maggiore nella scelta d’acquisto rispetto a quanto accadeva nei lunghi anni del primo Maggiolino e nel decennio del secondo. Vedremo come i mercati reagiranno. Un’altra icona automobilistica, la Defender (o Serie 1) della Land Rover, rischia invece di scomparire per sempre nel 2016, secondo Colin Green, il capo del marchio inglese oggi controllato dagli indiani di Tata. In una intervista ad Auto Express, Green spiega che per adesso i conti non tornano: la più celebre delle 4×4, nata nel 1948, va riprogettata per avere un futuro (come è avvenuto per il Maggiolino), altrimenti così come è non sarà in grado di adattare nuovi motori e superare i test di collaudo.  Ma un nuovo progetto, magari sulla base della Discovery e della Range Rover, costa molto, a Solihull se ne discute da anni e  il via libera slitta. Rispetto alle evoluzioni del Maggiolino voluto da Hitler, la Defender è rimasta quasi tale e quale all’originale: nella guida dura e inarrestabile appena si mettono le ruote fuori dall’asfalto e nella scomodità interna tra sospensioni assenti e spazi ridotti. Mentre l’alluminio della carrozzeria è ancora lì, materiale “inventato” dalla Land Rover nel secondo dopoguerra per necessità: il prezzo e la reperibilità di ferro e acciaio sarebbero rimasti ostacoli enormi ancora per un certo periodo anche nell’Inghilterra uscita vittoriosa dal conflitto.

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