A bordo di una Fiat 500, Sergio Marchionne è “Car Star” sulla copertina di Time nell’edizione Europa, Asia, Sudamerica e Australia, in edicola lunedì 12 dicembre. La copertina negli Stati uniti è invece un’altra, benché il sottotitolo di “Car Star” evidenzi giustamente come Marchionne “abbia salvato la Chrysler” e con essa l’industria dell’auto di Detroit. A una scelta editoriale discutibile (c’è un titolo più nazional-popolare da cui Marchionne sparisce in quanto italiano, “Come l’America ha ricominciato a vendere di nuove macchine”) si aggiunge però una pessima coincidenza per il manager italiano. La Fiat 500 ha infatti ottenuto soltanto 3 stelle (su 5) nei crash test dell’Nhtsa, l’ente federale per la sicurezza statunitense. Sono test più severi rispetto a quelle europei, che avevano costretto gli ingegneri italiani a diverse modifiche, evidentemente non sufficienti. Il punto debole della 500 è il side crash (laterale), in cui ha ottenuto 2 punti. La Ford Fiesta versione Usa, per dare un termine di paragone fra auto piccole, ha ottenuto 4 stelle e soprattutto 5 nel side crash. La Mini, ancora più paragonabile per dimensioni alla Fiat, non è stata ancora testata, la Smart nemmeno, la Honda Fit (Jazz in Europa) lo sarà entro il mese prossimo. Se si considera che le vendite della piccola italiana negli Stati Uniti non raggiungeranno l’obiettivo 2011, si può dire che fra Marchionne e la 500, una stella è di troppo.
Car Star, non è la Fiat 500
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