No, non è che Sergio Marchionne, capo di Chrysler e di Fiat, abbia ripensato alla sua strategia, che tende a rinviare il più possibile la propulsione elettrica perché anti-economica. Ma al prossimo Salone di Detroit in gennaio,  una Jeep Grand Cherokee elettrica sarà messa sugli stand da Amp Electric Vehicle, una società dell’Ohio già nota per aver trasformato una Chevrolet Equinox in una ibrida plug in, senza fortuna (commerciale).  Amp ci riprova adesso con Jeep, perché – spiega il presidente della società al New York Times – “ci hanno risposto al telefono quando abbiamo chiamato”. Per Jeep sarà un test gratuito. Sarà invece fatta in casa – tecnologia Chrysler e produzione messicana –  una Fiat 500 elettrica che il gruppo esporrà sempre a Detroit. Anche in questo caso, non è che Marchionne ci creda, ma è un gesto “green” che in qualche modo si doveva all’amministrazione Obama dopo l’acquisizione di Chrysler. La piccola elettrica italiana potrebbe essere poi una bandiera da sventolare sotto il naso del Dipartimento dell’energia di Washington, cui ormai da due anni  la Chrysler ha chiesto 3 miliardi di dollari in prestiti agevolati per sviluppare tecnologia per motori “puliti”. Soldi mai arrivati ad Auburn Hills.

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