La nuova Fiat Panda è arrivata. A Roma ancora non se ne vede una, ma ieri stavo al volante di una rossa (colore mattone, non fiamma come quella precedente, che peccato), motore 1.3 Multijet, insomma la turbodiesel da 75 cavalli. Parcheggio con una manovra un pelo azzardata e un tassista su una Multipla mi supera, accosta e scende. Ora, perché avere a che fare proprio in questi giorni con i tassisti infuriati con Monti, soprattutto se non si è clienti e nemmeno liberisti sfrenati? Mi preparo e mi dice: “Ma è la nuova Panda! Posso vederla da vicino?”. Come dire no: la squadra da fuori, butta un’occhiata all’interno, gli apro il bagagliaio. “Sa, mia moglie ne ha una della serie precedente, con 80.000 chilometri…”. Mica la vorrà cambiare con questa? “Beh, è carina, però non è che sia molto più spaziosa negli interni, lei che dice?”. Dico che ha occhio il mio tassista non arrabbiato, perché gli 11 centimetri in più di lunghezza e i 4 in più di larghezza non fanno la differenza, il passo infatti è identico a quello della macchina di sua moglie. Sul motore non ha nulla da chiedere, “il turbodiesel va bene, lo so“, ma il prezzo diventa subito l’Argomento. Quanto costa? Nessuna liberalizzazione, rispondo pronto, parte da 10.200 come prima, 14.400 questa 1.3, niente di nuovo.  “Però quella che ha mia moglie adesso costa nuova con il 4 cilindri benzina 8.400 euro, so’ bei soldi di differenza, le pare?”. Mi pare sì, e infatti ho già scritto qui che la prima concorrente della nuova Panda è la vecchia. Aspettando la Volkswagen up! a cinque porte, prima dell’estate.

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