Gli anni passano, certe passioni no. Se in America le piccole auto piacciono ancora così così, in Italia le auto americaneggianti piacciono ancora molto. Tendenze quasi rétro, nelle quali è caduta la Fiat di Sergio Marchionne, il manager più americano degli italiani. Basta leggere i dati delle vendite 2011 della Freemont in Italia e della 500 negli Usa, un successo la prima, una delusione la seconda. I due modelli hanno una cosa in comune: vengono dalla stessa fabbrica di Toluca, in Messico. Freemont è la versione rimarchiata della Dodge Journey, cui è stato messo sotto un motore turbodiesel torinese per vedere l’effetto che avebbe fatto sui mercati europei. In vendita dal 29 maggio a prezzo concorrenziale (mediamente 7.000 euro in meno), la Freemont è stata immatricolata in Italia in 9.983 esemplari, circa 14.000 nel resto d’Europa. L’obiettivo a regime era di 40.000 unità all’anno, di cui 20.000 in Italia, dunque centro pieno, considerando che la commercializzazione è iniziata nel giugno scorso e il marchio Fiat ha perso nell’anno quasi il 20%. Qui potete leggere perché la Freemont piace e che cosa non va, seguendo i post di numerosi  lettori. Oltreoceano, la vendita della 500 invece è stata un flop (o una “cavolata”, parola di Marchionne): commercializzata a partire da marzo dopo essersi guadagnata pezzi lusinghieri perfino sul New York Times, è stata comprata in 19.769 unità e non nelle 50.000 annunciate.  La Fiat ha ridimensionato l’obiettivo 2012 (tra le 25 e le 35.000), ufficialmente in attesa che i dealer dedicati diventino di più, ufficiosamente puntando su un prezzo del petrolio in aumento tale da spingere sul mercato le vetture a più basso consumo. Per convincere gli americani a comprarsi la 500, forse ci vorrebbe qualcosa che la rendesse più glamour (missione fallita dallo spot con Jennifer Lopez). Per la Freemont, pubblicizzata con la sirena del prezzo concorrenziale e la solita famiglia italiana in viaggio, un effetto moda invece sembra esserci stato: piace proprio per la sua aria americana, squadrata, inusuale, davvero una strana Fiat. Peccato che il cambio automatico (simbolo yankee) sarà disponibile da febbraio soltanto sulla versione a trazione integrale, mentre sulla versione normale non è previsto neanche optional. Non c’è richiesta sufficiente che giustifichi l’investimento: questa, putroppo, è proprio Fiat.

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