Venerdì e sabato, il sindaco di Roma Alemanno obbliga tutti a circolare esclusivamente con catene a bordo. Una “tragggedia” con tre g per chi non ce l’ha, una manna per i rivenditori. A Porta Portese, storico mercato e pieno di negozi nei giorni feriali, è stato il delirio: macchine lasciate in mezzo alla strada, gente che scendeva per dare i numeri. Dei pneumatici, in alternativa il nome dei modelli. Prezzi? Qualità? Nessuna domanda, solo ce l’hai, non ce l’hai, mi manca. Le catene più piccole, per esempio per una Fiat Panda, costano 40 euro, provenienza sconosciuta, nessuna trattativa al ribasso accettata, kit di montaggio tipo Ikea assente. Torno al giornale e trovo un comunicato stampa di Uni, una società che certifica le catene di qualità. Copio e incollo qui alcune righe, a futura memoria e aspettando la neve. Ma è Marte rispetto a quel che sta accadendo a Porta Portese.

Per stabilire con chiarezza le principali caratteristiche (delle catene, ndr) viene in aiuto la norma UNI 11313:2010“Veicoli stradali – Dispositivi supplementari di aderenza per pneumatici di autoveicoli di categoria M1, N1, O1, O2 – Requisiti di sicurezza e metodi di prova” che definisce le catene da neve “di qualità”. La norma prevede ad esempio che gli elementi della catena a contatto con il battistrada devono avere forma tale da realizzare una buona presa sulla neve e sul ghiaccio senza pregiudicare il comportamento del veicolo sul bagnato. Le catene devono consentire un incremento di aderenza sia in senso longitudinale (spunti in salita, frenata) sia in senso trasversale (tenuta in curva), onde garantire al veicolo sicurezza nella marcia su strade innevate o ghiacciate. Le catene “a norma” devono essere sottoposte a prove di resistenza alla trazione, all’usura e alla corrosione, a prove per verificarne l’aderenza al battistrada, il comportamento generale su strada e la reale efficacia nell’utilizzo. Le prove vengono effettuate sia in laboratorio che su strada (su fondo stradale ghiacciato e innevato)”. Auguri.

 

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