Sergio Marchionne riprova a sbarcare in Russia, mercato raddoppiato nel 2011. Fiat-Chrysler ha firmato una lettera d’intenti con la Sberbank per la produzione e la distribuzione di vetture e veicoli commerciali leggeri in Russia. La banca, si legge nel comunicato di Torino, “intende finanziare il progetto e inoltre acquisire una partecipazione del 20% della joint venture”.  Il progetto prevede due stabilimenti, uno a San Pietroburgo e uno a Mosca a casa delle celebre Zil, l’auto ufficiale del Cremlino sovietico. “Spero che si cominci nel 2013″, ha detto Marchionne parlando di Jeep. Quel verbo d’auspicio tradisce una qualche incertezza, secondo me motivatissima. Sberbank (in russo significa Cassa di risparmio) è  passata dalle mani pubbliche a quelle private per modo di dire, dato che il suo presidente si chiama German Gref, ministro dell’economia dal 2000 al 2007 e molto legato a Vladimir Putin. Nel 2009, quando Marchionne fece un’offerta alla Gm per acquisire la Opel, Sberbank si mise di traverso facendo una cordata con il colosso austro-canadese di componentistica Magna. Sberbank-Magna furono preferiti alla Fiat da sindacati e governo tedesco, salvo che all’ultimo minuto la Gm tolse dal tavolo la Opel. Nel 2010, Sberbank era la banca d’affari dietro alla lettera d’intenti firmata tra Fiat e Sollers per produrre insieme in Russia. Ma all’inizio del 2011, l’affare sfumò nel peggiore dei modi per Marchionne, perché Sollers (grazie anche ai servigi di Sberbank) finì alla Ford. Con Sollers si era scritta la cifra di 150.000 Jeep all’anno, con Sberbank adesso 120.000. Marchionne ha ottenuto da Gref e Putin qualche garanzia in più,  o a Torino-Detroit c’è solo da “sperare”?

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