La nuova alleanza fra i francesi di Psa e gli americani di Gm lascia intatto il problema della sovraproduzione in Europa, può contare su un’accelerazione per l’acquisto in comune di componenti e su una integrazione della logistica entro un anno, rinvia i veri risparmi delle economie di scala tra pianali, motori e prodotti in comune almeno al 2016. Psa-Gm ha avuto però un effetto immediato già il giorno seguente l’annuncio del 29 febbraio: il cerino in mano sulle alleanze in Europa – il grande mercato in crisi, dal 2007 in discesa costante – è rimasto a Sergio Marchionne. Che ha tentato di fare un accordo simile prima con Psa e poi in gennaio con Gm per fondere le attività di Fiat e Opel  (racconta, non smentito, il Wall Street Journal), finendo alla fine escluso da entrambi. Ora a Marchionne non resta che puntare sull’Asia (senza escludere accordi tecnici per cercare un pianale per la prossima Punto), dove Suzuki è a mio avviso il partner ideale per Fiat-Chrysler.  Ma è un’altra strada ancora in salita.

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