Il disegno della Vespa con Nanni Moretti che illustrava la locandina del film «Caro diario» gira adesso su Facebook, ma rovesciato sotto sopra. Ecce botto: il regista è stato investito l’altra notte a Roma a bordo del suo Vespone blu targa Roma 34. Un tamponamento fortuito da parte di un guidatore di una Fiat 600 forse distratto, ma niente di grave, il regista sta bene, un salto per un controllo al vicino ospedale Sam Camillo ed è tornato a casa. La notizia rilanciata con tanto di foto esclusive su Repubblica. it appare oggi sui giornali (compreso il nostro) per la serie di quegli articoli chissenefrega ( who cares stories , si direbbe in gergo politico americano), se non fosse che di mezzo c’è una montagna di immaginario. Magari è solo una questione di età, ma per chi ha più di trenta anni l’incidente riporta alla memoria il film «Caro diario» del 1993, quando Facebook non c’era, eppure il Vespone è sempre lo stesso. Per un banale fatto di cronaca, scopriamo anzi che non è stato rottamato e ha attraversato indenne due secoli, per passare dal cinema ai social network. E se Nanni fosse stato investito da una Fiat 600 perché non ha mai smesso a testa in su di «guardare le case» dal sellino di un Vespone, neanche fosse nel suo quartiere preferito della Garbatella? E se l’incidente a Monteverde vecchio fosse un sequel sbagliato del film? Di sicuro il suo Vespone targato Roma 34 resta un magnifico spot alla storia di un prodotto rimasto identico a se stesso: le marce manuali sloga-polso, lo sbilanciamento a destra dato dal motore, il tum tum del due tempi puro e inquinatore. Baudelaire scriveva che per reggere meglio al fardello del tempo, bisogna essere pieni o di alcol, o di poesia o di virtù. Il Vespone va a benzina e tanto olio, ha una sua poesia nella lentezza cui invita a guidare contro la velocità degli scooter moderni, ha virtù che solo le leggende sono in grado di tramandare. Nessuno saprà mai con assoluta certezza se sono vere, ma nessuno potrà dire con altrettanta sicurezza che sono false. E dunque, caro Nanni? Vespisti te salutant. Dalle foto abbiamo visto che il mezzo è salvo, nemmeno il parabrezza si è spaccato e le chiappe sono a occhio belle tonde. Che Roma 34 riprenda la sua strada, aspettando magari un sequel del diario senza botto.
Ecce botto, dedicato ai Vespisti
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Da “vecchietta” borbottante di 28 anni quale sono, ho indisciplinatamente disarcionato diverse volte il mio proprietario, che imperterrito continua a prepararmi la miscela, portarmi alle revisioni e tenermi coperta in giardino. Certo, qualche acciacco e qualche ruga ce li ho, non sono più la giovincella di una volta: pero’ ancora oggi faccio l’equilibrista in curva e poco m’importa se non riesco a tenere il passo di quei plasticosi aggeggi che scattano al semaforo, neanche fossero saette.
Mi sono anche abituata alle risatine e oramai non ci faccio piu’ caso: penso sempre “cosa vi perdete a girare su quei plasticosi aggeggi!”.
Io a 28 anni ci sono arrivata e tanti spero ancora di averne davanti, voi a quest’età sarete già stati rottamati!”
“AR 09”