Il direttore del Fondo Monetario internazionale Christine Lagarde ha lanciato un doppio allarme: l’economia sta peggiorando non solo in Europa e negli Stati Uniti ma anche nei paesi emergenti, tanto che l’Fmi rivedrà al ribasso le stime per la crescita globale fissata al 3,5% solo pochi mesi fa. E ‘l’industria dell’auto? Di questo peggioramento globale, l’auto ne soffre soprattutto in Europa, dove la disoccupazione ha superato mediamente il 10% per la prima volta dall’introduzione dell’euro e i consumi sono ai minimi. E l’Italia, come è noto, è diventato un caso drammatico. Negli Stati Uniti, nonostante il clima di incertezza in piena campagna elettorale, il mercato delle quattroruote continua a salire, in Giappone va bene grazie agli incentivi (ma il superyen penalizza i modelli lì prodotti ed esportati), in Cina c’è aria di nuovi incentivi se il rallentamento dovesse proseguire. Tenendo a mente sempre il monito di Lagarde, in Brasile il mercato dell’auto di giugno ha interrotto sette mesi consecutivi di perdite, anche se il sistema paese patisce un crescente indebitamento e gli investitori hanno cominciato a snobbarlo, retrocedendolo da quinto a ottavo posto (fonte Unctad). Tra i paesi Brics, i mercati dell’auto di India e Sudafrica crescono ancora (per analisi e dati completi, consiglio caldamente una visita a questo sito). Ma fino a quando la Cina sarà fonte più o meno di metà degli utili di gruppi come Gm o Volkswagen, o il Brasile sarà l’unico paese dove Fiat oggi guadagna? Se Lagarde è stata costretta a dire quel che ha detto a mercati aperti (con tonfi immediati delle borse dall’Asia all’Europa agli Stati Uniti seguendo il fuso orario), vuol dire che la situazione è peggiore di quanto sia stato finora ammesso o preventivato. La campana dell’Fmi suona anche per l’auto.
Se l’auto va a Fondo
Commenti
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..se Lagarde è stata costretta a dire quel che ha detto a mercati aperti (con tonfi immediati delle borse dall’Asia all’Europa agli Stati Uniti seguendo il fuso orario)…vuol dire che in quel momento gli hedge founds avevano bisogno di “rumors” per speculare al ribasso…