L’Alfa Romeo è il marchio del gruppo Fiat-Chrysler che sta soffrendo di più la crisi. E che nell’era Marchionne sta subendo troppe revisioni e rinvii di obiettivi, perché il suo futuro non susciti nuovi dubbi. Anche se prima dei numeri, va ancora preso per buono quanto detto da Sergio Marchionne: finché lui resta amministratore delegato, l’Alfa Romeo non sarà venduta al gruppo Volkswagen. Parola che potrebbe sempre rimangiarsi appellandosi alle insondabili leggi del mercato, ma che, avendone fatto una questione d’onore, va rispettata (e ricordata) ogni giorno.

Al giro di boa dei primi sei mesi del 2012 (i dati sono stati diffusi oggi), nei 27 paesi dell’Unione europea il marchio del biscione ha perso il 31,2% rispetto allo stesso periodo del 2011, passando dalle 75.901 unità vendute l’anno scorso alle 52,203. In Italia, la caduta è altettanto verticale, -31,3 nel semestre, dalle 37.154 alle 25.519 unità. Lo scorso settembre, al Salone di Francoforte, il capo del marchio Harald Wester aveva annunciato un obiettivo per il 2011 di 155.000 macchine vendute, ridottosi al 31 dicembre a 130.500 (come da comunicato del gruppo). Un obiettivo che nemmeno nel 2012 sembra raggiungibile,  considerando che nel secondo semestre non ci sono novità di prodotto Alfa, che l’estate di mezzo e dicembre non sono i mesi migliori per i mercati, che la crisi persiste e si aggrava per quanto riguarda occupazione e consumi. Nel 2010, l’Alfa Romeo aveva venduto 115.000 unità nel mondo, un progresso rispetto alle 107.000 del 2009 ma ampiamente al di sotto delle 300.000 annunciate da Marchionne nel 2006. Sempre Wester ha ridotto le previsioni fatte dal suo Capo nel piano quinquennale di vendere 500.000 Alfa Romeo entro il 2014, portando ora l’obiettivo a 400.000. Che appaiono sempre tante se non troppe, considerando che la vendita della nuova Giulia è slittata ancora al 2014 (ma nel frattempo è stata aggiunta una versione station wagon), che le poche migliaia di spider andranno al 2015 come da accordi (da confermare) con Mazda e aspettando per il 2013 la Mito cinque porte, il Suv compatto e la sprtivissima 4C con cui l’Alfa Romeo tornerà in America, dopo l’exit del 1995. Sempre che sia davvero la volta buona, dopo 12 anni di annunci mancati.

Commenti
    Avatar autore

    Alfa in crisi? Sfido: con tre modelli in catalogo e nessun coupè! …. svendiamo Marchionne…. fallimentare su tutti i fronti!

    Avatar autore

    le spider avranno un margine minimo e la 4c è una macchina dal margine quasi zero. Non ci guadagnano. Secondo me è già tutto scontato, andrà a VW. Si spera. E il memorandum con Mazda conta solo per mettere fretta a Wolfsburg..Spero che sia questo il caso, gli azionisti implorano che si scrollino l’alfa dal groppone e così gli appasionati. Se pensa davvero di farci qualcosa Marchionne fallirà in partenza. O vedrà uscire solo due modelli nel 2015(4c a parte). Cioè quando Marchionne lascierà il passo. E il successore sarà abbastanza assennato da mollare l’osso, la carcassa di un marchio umiliato e stuprato.

    Avatar autore

    Il vero problema di Alfa, e degli Alfisti, è che è venduta solo in Europa,
    mercato in cui -nella situazione attuale- non sembra aver senso investire.

    L’unica possibilità per la sopravvivenza è lo sbocco negli USA,
    ma serve una pianificazione attenta e a medio/lungo termine sia in termini di Marketing Prodotto che di Comunicazione, bilanciata tra Nuovo e Vecchio Continente.
    Sfida difficile, al limite dell’impossibile con le attuali risorse, ma permetterebbe a Fiat (Marchionne,se conferma le sue intenzioni, allora se ne sarà già andato) di avere finalmente un Marchio capace di sfruttare la propensione alla spesa del mercato nei segmenti di mercato più remunerativi.

    A meno che Piech non voglia fare a sè stesso il più assurdo regalo che un appasionato come lui possa farsi, svenandosi comprando oltre al Marchio anche l’ inutile (per VAG) stabilimento di Cassino: ultimi rumors dicono che c’è ancora brace che cova…

    Avatar autore

    Spero personalmente che Alfa Romeo possa aver la stessa “sorte” (positiva!) di Ducati… Due grandi marchi cui l’Italia non ha saputo dare un degno futuro…
    Un appassionato (ex alfista)

Lascia un commento