Tremano al quartier generale della Fiat quando Sergio Marchionne parla – sempre più spesso e volentieri – un po’ troppo a ruota libera. Sia dal punto di vista dei modi sabaudi, sia per la gravità della crisi che vive il mondo del lavoro in Italia (e non solo). Tremano quando per esempio il manager se la prende con la magistratura che ha riconosciuto in primo grado la discriminazione dell’azienda nei confronti degli operai Fiom non assunti a Pomigliano, dichiarazione poi corretta in un “la Fiat rispetta sempre le sentenze”.  L’altro giorno, Marchionne ne ha detta un’altra: nella attuale situazione italiana, in fondo al tunnel lui vede “un treno”. Pessimismo cosmico o numeri terrificanti o immaginario da tregenda, oppure semplicemente una battuta di discutibile gusto. Ok, ma oggi in una intervista a Panorama, il presidente della Fiat John Elkann dice una cosa opposta e in qualche modo lo corregge: i conti del 2012 saranno migliori di quelli del 2011, anche se il mercato europeo è drammatico per il gruppo, perché a portare soldi a casa ci pensano il Brasile, il Nordamerica e l’Asia. Ok, sono cose vere, ma il dubbio assale: lavorano ancora insieme Marchionne ed Elkann?

ps Strano paese: nello stesso giorno del loro incontro, qualche tempo fa, Monti disse di vedere la ripresa, Squinzi di vedere un autunno bollente. Ma almeno uno sta al governo, l’altro in Confindustria.

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