Sull’esito dell’incontro tra Fiat e governo, è il colmo che uno come Cesare Romiti sia più netto di buona parte della stampa italiana: “Quando si risolve la questione con una commissione, con un gruppo di lavoro, mi pare che non si sia combinato niente”. Ho scritto su il manifesto, dopo quasi sei ore di attesa sabato davanti a palazzo Chigi, che Marchionne l’ha avuta vinta su tutta la linea nonostante la parvenza di una trattativa. Che di fatto non c’è stata, anche se il governo dopo quattro ore ha fatto trapelare l’indiscrezione che le due delegazioni si sarebbero separate e appartate, come se avessero dovuto prendere gravi decisioni. Quali? Questo è il comunicato congiunto, non ne vedo traccia.

Riassumo qui i motivi del mio giudizio: 1) al posto di Fabbrica Italia con i suoi promessi investimenti per 20 miliardi,  la Fiat oggi parla genericamente e senza date di futuri investimenti in Italia “al momento idoneo”. Ovvio, ma solo per il governo la formula può essere meglio di niente, non certo per i lavoratori del gruppo; 2) la commissione di lavoro al ministero dello Sviluppo di cui parla Romiti servirà a ottenere qualche agevolazione fiscale per l’export di Fiat, che nelle promesse di Marchionne dovrebbe “salvare” gli stabilimenti italiani (quali?) dalla sovracapacità produttiva. Sarebbe bellissimo per i lavoratori naturalmente, ma è bene ricordare che attualmente il gruppo importa e vende in Italia – un mercato ai minimi storici – dalle fabbriche di Polonia, Turchia, Serbia, Messico,  Stati Uniti, Canada. Non solo ammiraglie poco richieste come la Lancia Thema, ma anche modelli di volume come la Fiat 500; 3) Marchionne scommette di resistere fino al 2014 senza nuovi modelli (o quasi) con il via libera del governo. Ma così si uccidono  i lavoratori, destinati a sola cassintegrazione. Molti staranno ancora peggio, perché devono sperare in altra cassa in deroga, sempre che il governo (quale governo, se Monti andasse via dopo le elezioni) trovi i soldi per concederla. In un secondo tempo di una partita ancora da giocare, tra rilanci e bluff.  twitter@fpatfpat

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