Non hanno avuto nemmeno la crisi del settimo anno e anzi il 28 marzo festeggiano ben 14 anni di matrimonio. Capita a una coppia che allora si disse troppo esotica e di culture troppo lontane per integrarsi, ma si disse anche di peggio:  il piccolo marchio francese prendeva la mano del malmesso colosso giapponese sull’orlo del fallimento per finire entrambi più o meno giovani nella tomba. E invece, oggi è l’unica storia di successo di alleanze e fusioni che viene dal Novecento e che è ben piazzata per continuare nel terzo millennio. Nel frattempo ha avuto figli, da Dacia ad AvtoVaz, e presto figlierà anche in Cina via Dongfeng. 

Sulla torta, comprata a fine 2012, ci sono 8.097.197 veicoli venduti,   il 10% del mercato mondiale, il quarto posto dietro Toyota Gm e Volkswagen, l’avventura elettrica su cui il gruppo ha puntato subito dall’inizio.  Renault detiene il 43,4% di Nissan, Nissan il 15% di Renault, per altro ancora partecipata dallo stato.  Un matrimonio che funziona, al contrario degli altri due altrettanto famosi che l’hanno preceduto (1998) e seguito (2000) ma entrambi finiti, quello fra Daimler e Chrysler e quello fra Fiat e Gm.

A celebrarlo, e va ricordato perché adesso è un libero pensatore ma sono in molti a pensare che sia stato probabilmente il miglior presidente Renault degli ultimi decenni, fu Louis Schweitzer, manager illuminato (sua anche l’idea del low cost Dacia) proveniente dalla politica (precedentemente al governo con il socialista Laurent Fabius). Schweitzer ebbe anche il merito di dare il volante a un manager che è ancora lì, Carlos Ghosn, il quale spedito nell’ottobre del 1999 a Tokyo, salvò dal baratro in tempi rapidissimi la Nissan per poi tornare da imperatore dei due mondi a Parigi nel maggio del 2005, a capo di tutta l’alleanza. Oggi a 59 anni è il più longevo dei ceo dell’auto tra Nissan e poi Renault-Nissan, ed è l’unico che non parla di successione. Guai da risolvere (a cominciare dall’Europa e da Renault) non gli mancano.

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