Anteprima cinese per Maserati Ghibli, modello di lusso italiano costruito a Grugliasco e nuova concorrente dei mostri tedeschi  (Porsche compresa) e di Jaguar.  E’ da tempo che si fa così: i nuovi modelli dei segmenti più alti esordiscono in Cina, primo mercato mondiale e secondo nel premium dopo gli Stati Uniti.  Ma su quanto combinerà Maserati in Cina, mi viene un dubbio dopo avere ascoltato quel che dicono e fanno i tedeschi di Bmw, Audi e Mercedes e Porsche e quello che dice Harald Wester, a capo di Maserati oltre che di Alfa Romeo, incontrato al Salone di Shanghai insieme ad altri colleghi.

I due marchi sono il grattacapo più grande nel nuovo piano di crescita annunciato da Sergio Marchionne il 30 ottobre scorso, perché da qui dovrebbero venire i maggiori profitti. Maserati ha venduto l’anno scorso nel mondo 6.288 macchine, l’obiettivo  2015 è di 50.000.  Wester promette di vendere per la sola Cina 4.000 Maserati nel 2013, 7.500 nel 2014. Presentando la Ghibli, dice però che questo modello in Cina (dove i marchi tedeschi premium volano) non farà grandi numeri, tant’è che le vendite cominceranno in luglio sui mercati Usa ed Europa (qui anche con un diesel 3 litri, prima volta per una Maserati).  Delle 10.000 obiettivo di vendita 2013, le Ghibli in Cina saranno 1.000, 1.200 considerando quel che viene chiamata Greater China (più Taiwan e Hong Kong).  Nel 2014,  l’obiettivo di vendita mondiale di Ghibli è  25.000, di cui 3.500 in Cina. “Questo mercato – dice ancora Wester – potrebbe invece diventare il primo per la Quattroporte“, sorella più grande della Ghibli, di cui è 30 centimetri più lunga condividendo “il 55%/60% dei componenti”.

Ma perché la Ghibli non ha anche motorizzazione ibride, considerando che la concorrenza tedesca ce l’ha (compresa la nuova Porsche Panamera plug in hybrid che a Shanghai esordisce proprio nello stand di fronte)? Anche il mercato Usa lo chiede, butta lì un collega. ” Il mercato Usa no, la legislazione piuttosto – risponde Wester – e finché non c’è una forzatura… comunque, con questi numeri la Maserati non può permettersi di fare da sola, semmai ci vorrà una sinergia di gruppo”.  Una risposta ibrida, insomma, ma Marchionne professa di non credere per ora né all’ibrido né all’elettrico, per cui la sinergia resta un’ombra…cinese.

Wester non convince, anzi sorprende e molto, anche quando risponde così a chi ha criticato la Quattroporte per la mancanza di alcuni sistemi elettronici di aiuto alla guida presenti ancora una volta sulle solite concorrenti tedesche.  Testuale Wester: “Noi vendiamo le vetture a chi le vuole guidare“, come se un possessore di una Mercedes Classe S con il Night Vision pensasse ad altro. Insomma, la tecnologia per sistemi di assistenza alla guida sulla Quattroporte è limitata solo per questo motivo (a me sembra un non motivo).  Ancora testuale  Wester:  abbiamo “volutamente detto di no”.  Niente ibrido, meno elettronica: vi sembrano buoni argomenti di vendita per delle Maserati che Marchionne vorrebbe moltiplicare come pani e pesci in tre anni?

 

 

Commenti

    […] Marchionne forever è comunque la vera notizia di questi giorni, in cui prima il Wall Street Journal e poi Bloomberg hanno riferito sulle grandi manovre in corso per l’acquisizione del 100% di Chrysler da parte di Fiat, della fusione con la diluizione della quota Elkann-Agnelli (già prevista nel 2009 ai tempi della tentata acquisizione di Opel), della quotazione a Wall Street del nuovo gruppo.  Tecnicamente, una manovra ineccepibile. Politicamente, la solita: Marchionne rifinanzia debito con altro debito senza per ora produrre nuovi modelli almeno per Fiat-Alfa-Lancia che a suo parere non si venderebbero causa crisi. Diverso il discorso per Chrysler-Jeep-Ram-Dodge che possono contare sul mercato americano in gran spolvero e per Maserati che comunque lì è destinata a vendere di più.  Mentre la Cina resta ancora un altro discorso, per Fiat e per Maserati. […]

    […] Marchionne forever è comunque la vera notizia di questi giorni, in cui prima il Wall Street Journal e poi Bloomberg hanno riferito sulle grandi manovre in corso per l’acquisizione del 100% di Chrysler da parte di Fiat, della fusione con la diluizione della quota Elkann-Agnelli (già prevista nel 2009 ai tempi della tentata acquisizione di Opel), della quotazione a Wall Street del nuovo gruppo.  Tecnicamente, una manovra ineccepibile. Politicamente, la solita: Marchionne rifinanzia debito con altro debito senza per ora produrre nuovi modelli almeno per Fiat-Alfa-Lancia che a suo parere non si venderebbero causa crisi. Diverso il discorso per Chrysler-Jeep-Ram-Dodge che possono contare sul mercato americano in gran spolvero e per Maserati che comunque lì è destinata a vendere di più.  Mentre la Cina resta ancora un altro discorso come ho scritto su Carblogger.it, per Fiat e per Maserati. […]

    […] Maserati Levante, dunque. Lascio il piace non piace ai lettori, aspetto il salone di Ginevra per sapere dei motori, vedo che ci sarà trazione integrale e cambio automatico otto marce già al lancio in primavera. Ci si può scommettere che avrà prossimamente una motorizzazione ibrida e forse più elettronica di quanto si sia visto su altre Maserati, benché Wester ci abbia detto nel 2013 a Shanghai (lancio Ghibli) di non impazzire né per l’una né p…. […]

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