Anche i giganti si piegano. Shanghai, a qualche ora dall’apertura del 15° Salone Internazionale dell’auto (21 – 29 aprile), Volkswagen, prima di annunciare le novità previste per lo show, si scusa davanti a un pubblico di concessionari e giornalisti per i problemi di funzionamento registrati nei mesi scorsi dal cambio automatico DSG sul mercato cinese. E’ prima Jochem Heizmann, ceo del gruppo tedesco in Cina, a farlo in maniera eloquente: “Ci scusiamo verso i nostri clienti per gli inconvenienti creati dal DSG. Faremo di tutto perché queste cose non accadano più”. A fine serata la replica del numero 1 dei tedeschi, Martin Winterkorn (foto): “Una delle nostre priorità è l’attenzione verso il cliente. Non ci basta vendere più auto di altri, vogliamo anche che chi compra le nostre vetture sia sempre soddisfatto”.

Parole non consuete da parte dei manager Volkswagen, abituati a dominare in lungo e largo. La pressione però da queste parti verso i tedeschi, leader del mercato e presenti in Cina da 40 anni è stata forte, sia da parte di opinione pubblica e media, sia del Governo (molto attiva la CCTV, China Central Television, la televisione di Stato), costretti a richiamare 384.181 auto, di 21 modelli tra cui la Golf, la Magotan (la nostra Passat), la Sagitar e l’Audi A3. L’intervento di aggiornamento del cambio con un nuovo software di gestione dovrebbe costare ai tedeschi (cifra stimata dagli analisti) oltre 400 milioni di euro. L’onore, dopo le scuse pubbliche, però sembra salvo.

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