Sfogliando Automotive News di questa settimana, mi hanno colpito le parole di Jim Lentz, grande capo di Toyota negli Stati Uniti, che così ha risposto alla classica domanda How much fleet business is necessary, or too much?. “Fleet is not a four-letter word. You have to do it in moderation. Overall, our fleet will not exceed 10 percent. There’s more demand for fleet business than we supply. Those Prius and Prius V taxis in New York? Those are all bought retail. There is no fleet program on those”.

Le ho trovate – come dire? – apologetiche, sembra quasi che si giustifichi per aver fatto qualcosa di sbagliato, quando in realtà non c’è nulla di male, anzi. Che siano vendite retail o fleet poco importa, a patto che i margini siano positivi (il che è assai probabile all’attuale tasso di cambio yen/dollaro).

Quel che importa è mettere il prodotto su strada. Con l’avvento dell’era digitale, gli uomini di marketing delle case automobilistiche cercano in tutti i modi di intercettare le preferenze dei clienti, soprattutto attraverso i ‘social media’ che si sono aggiunti a quelli tradizionali, tv, stampa, radio, affissioni, cinema.

Ma niente influenza la considerazione di coloro che hanno intenzione di comprare una nuova auto più di vedere e toccare il prodotto su strada. Tanto più se hanno modo di provarlo salendo su un taxi, e hanno modo di ascoltare da chi lo guida come va. A maggior ragione se si tratta di capire i benefici di una nuova tecnologia come quella ibrida, l’opinione di un tassista è determinante. E il passaparola immediato.

A tutti gli effetti, lo sconto a cui hanno diritto i tassisti che acquistano una Prius o una Prius+ (Prius V negli States) dovrebbe rappresentare per le Case un investimento di marketing, piuttosto che un costo di vendita.

Basta spiegarlo al Direttore Finanziario.

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