Di Lapo Elkann, imprenditore e azionista della Fiat, si sa molto e anche troppo. Il resto, ferite nella carne e nell’anima, lo ha detto venerdì in una intervista al Fatto Quotidiano che vale la pena leggere. Anche se ha facilmente sollevato ironie, essendo stata mediata dalla cognata giornalista (e co-firmata da un ottimo collega).

Ma torno all’intervista dal punto di visto proprio di questo blog, l’automobile, che è poi la vera passione di Lapo, credo l’unico della famiglia Agnelli-Elkann cui oggi interessa davvero il settore. Due sole domande sull’argomento, più o meno eluse e non poteva essere diversamente, dopo essere stato messo fuori dal gruppo nel 2005, quando ha rischiato di morire in una delle sue notti più pazze delle altre.

Fa bene Marchionne, gli si chiede? “L’alternativa era tra vivere e morire”, risponde Lapo su Fiat – Chrysler. Nulla su una scalata che si è molto complicata, mettendo a rischio le sorti della intera Fiat. Sogni ancora la Ferrari, gli si chiede ancora? Sono solo un consulente per cinque giorni al mese, risponde Lapo, ho “prospettive, orizzonti che al momento nell’auto non ci sono”.  Vero e falso. A 36 anni, il tempo è dalla sua parte (oltre a molto altro) per subentrare a Montezemolo. Cui pure, dopo gli errori madornali fatti in politica, ha più che mai interesse a tenersi stretta l’azienda del Cavallino. Ma fidatevi, Lapo ha in testa  solo la Ferrari. Lo so perché lo so. E perché non lo dice in una intervista. Vecchia regola per non bruciarsi i ponti dietro le spalle come Cortes.

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