La Hyundai ha presentato in Sardegna la nuova piccola i10, che significa circa 450.000 auto vendute dal 2007. Numeri importanti, previsti in crescita: il segmento A, secondo uno studio Hyundai, passerà in Europa da 1,1 a 1,4 milioni di unità entro il 2016. Un’opportunità che l’ultima nata vuole sfruttare con doti stradali sorprendenti, talvolta fin troppo: l’assetto sportivo diverte, ma sulle buche è troppo duro. Detto questo, qualità costruttiva e abitabilità non hanno nulla da invidiare alle principali concorrenti, ovvero Fiat Panda e VW up!. E se qualcuno è ancora scettico sull’affidabilità di una Hyundai… beh, gli basti sapere che la garanzia copre 5 anni senza limiti di chilometraggio.

Ma della strategia Hyundai, la i10 è solo la punta dell’iceberg in una zona che sembrerebbe dover andare a picco da un momento all’altro, secondo alcuni profeti di sventura. Non per i coreani. Loro, nell’Europa continuano a crederci. Anzi, se ne sentono orgogliosamente parte e investono sul futuro del Vecchio Continente. È la verità, supportata da cifre importanti, di cui riporto solo le più significative: 500 milioni di euro investiti nel 2013, quota di mercato passata dall’1,8 al 3,6% dal 2008 a oggi, capacità produttiva di 500.000 unità, 2 stabilimenti, un centro di ricerca e sviluppo… Il tutto, ovviamente, riferito alla sola Europa.

Perché un tale spiegamento di forze? Perché in questa parte di mondo, anche se non si fanno grandi utili (ma su questo c’è il riserbo più assoluto), ci si crea l’immagine. E perché se è vero che il mercato europeo si può considerare saturo, è vero anche che si parla comunque di parecchi milioni di veicoli ogni anno. Un peccato non esserci.

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