Vespa Primavera, do you remember? Sono passati 45 anni da quando la Piaggio mise uno sprintoso  125cc sotto il corpo del cinquantino e Primavera fu, un mito costruito fino al 1982. Poi altre Vespe, finché oggi la Piaggio recupera il nome per il suo prodotto d’ingresso a questo mondo. Via la LX e molte delle sue plastiche appiccicate sulla gloriosa scocca in lamiera, e Primavera di nuovo è.

L’altro giorno ci sono andato a spasso per le strade di Barcellona, sotto un sole e una luce che facevano a pugni con il calendario.  Mica perché ci chiamiamo Carblogger non possiamo parlare d’altro… Avendo in casa una GT200 e una 125 LX, ho guidato la Primavera 150cc per capire fin dove è stato portato il compromesso sul nuovo prodotto. Impressione? Fermerei la lancetta poco dopo la metà per prestazioni, a poco meno della metà per percezione del veicolo (ammetto di essere più da GT…)

La Primavera ha baricentro più basso,  nuova sospensione, telaio con maggiore rigidità. Le ruote sono da 11 pollici (10 su LX e 12 su GT), il confort ne guadagna ma in Piaggio, già che c’erano, potevano passare ai 12 e buonanotte. Come sulla 946, da cui la Primavera riprende alcuni temi. A domanda precisa, i designer di Pontedera hanno allargato le braccia – segno che il marketing si è opposto per evitare che la più grande GT rischiasse una cannibalizzazione – mentre gli ingegneri hanno buttato la palla in tribuna, parlando non di veto tecnico ma che una ruota da 12 sarebbe risultata sgraziata…

Per il titolo sopra,  mi serve un assist a sua insaputa Marco Lambri, capo del centro stile Piaggio, proveniente dal design di quattro ruote di casa Fiat:  “La Vespa, con la sua lamiera e il suo tutt’uno, è quella che più assomiglia a un’automobile”. Concordo. La migliore che ci sia.

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