La Nissan Qashqai passa alla seconda generazione tra palpabili ansie dei suoi progettisti e uomini del marketing. Succede quando si deve cambiare un modello che è stato un successo quasi a sua insaputa.  Una storia da crossover, incrocio tra la comodità di una berlina di segmento C e un posto guida rialzato non lontano da quello di un fuoristrada, con forme inequivocabilmente da suv. Insomma, un’auto alla moda.

In breve, Qashqai atto secondo si presenta con nuovo pianale e più elettronica, maggiore cura degli interni, motori rivisti insieme alla aerodinamica per consumare e inquinare meno, con valore record di 99 grammi per chilometro di anidride carbonica per l’unità di punta, il 1.5 dCI da 110 cavalli. Come va? Direi bene, da una prima impressione di guida.

Dico di aver percepito paura di cambiare in casa Nissan  in senso positivo. Perché il progetto Qashqai nasce dall’ammissione di una sconfitta, altra cosa difficile da digerire quando di mezzo ci sono investimenti milionari. Nel 2004, me lo ha raccontato pure Marco Fioravanti, ingegnere italiano a capo della pianificazione prodotto in Europa all’epoca altrove (proviene da Alfa Romeo e Toyota), alla Nissan fanno i conti e vedono che nel segmento C l’Almera non va, perdendo soldi.  Così nel 2007, Qashqai è il nuovo segmento C del gruppo giapponese in Europa: basta berline e station wagon, la nostra proposta è questa.

Nissan fa bingo, sbagliando la sua stessa previsione iniziale di 100.000 unità all’anno: 1,5 milioni di unità vendute in sette anni, 2 milioni comprendendo pochi altri paesi (Giappone ma non gli Usa dove è considerata troppo piccola), di cui 180.000 in Italia. Qashqai  incontra il gusto degli altri in proporzioni che non si vedevano da tempo nel mondo dell’automobile: una sorta di auto evento, come lo è dal 2011 in un segmento superiore la Range Rover Evoque (un fenomeno, compreso il costo superiore della tre porte sulla cinque, come anticipai qui).  Se poi si considera che Qashqai ha fatto i numeri in anni di dura recessione in Europa, beh, la paura di cambiare ci sta tutta.

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