Con la Mercedes GLA , il costruttore di Stoccarda entra per la prima volta nel segmento molto caldo delle suv/crossover compatte. Inventato dalla Nissan Qashqai e reinventato in scala minore con la Juke sempre dalla Nissan. I marchi di lusso competitor diretti di Mercedes ci hanno già pensato da tempo, rispettivamente con la Bmw X1 e l’Audi Q3. E prossimamente vedremo ancora tante piccole premium in scala, a fianco di neofiti d’altro rango come la mini Jeep di Melfi che viene svelata la settimana prossima al Salone di Ginevra e a seguire la Fiat 500X.

Ma cosa è la Mercedes GLA? L’ho chiesto dopo averla guidata – va bene come la Classe A, stessi motori, stessa impostazione di guida, stessa elettronica di livello – a Christian Zimmerman, responsabile del prodotto, che ha risposto senza ombra di dubbio: “Suv”.  L’ho chiesto a Cesare Salvini, direttore marketing di Mercedes Italia, che ha risposto ancora più deciso: “Crossover”. Si potevano mettere d’accordo? No, evidentemente, perché se si va cercare GLA in rete, tutto ciò che è informazione in lingua inglese parla di “Suv”. Nella lingua di Dante, di “incrocio”.

La mia traduzione personale è che Salvini abbia qualche ragione da vendere. Rispetto alla Classe A da cui deriva, la GLA è più lunga di 13 centimetri (442 contro 429 centimetri), ma soprattutto è più alta soltanto di 6 (149 contro 143). Si è mai visto un Suv così basso? Crossover è poi una parola magica in Italia, pure in un mercato asfittico che premia (se premia) soltanto auto che abbiano qualche diversità. La GLA non è un tappeto volante, ma nel look astuto e nel piano di seduta leggermente rialzato strizza l’occhio a chi segue la tendenza. Per cui, a Roma fanno tiè a Stoccarda. E vissero tutti (forse) felici e contenti.

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