“Perché non guidiamo più con amore?”. Questo interrogativo è stato rilanciato da un recente spot pubblicitario della Toyota. La voce narrante del video si chiede dove sia finito “l’amore che dava un senso al lavoro, un sapore ad ogni cosa …”. Nel frattempo le immagini raccontano un paesaggio piatto, noioso oltre che trafficato; e poi arriva il riferimento all’automobile (in positivo) con questo messaggio: “L’amore per la guida ”.  Io aggiungerei: “E da chi le auto dopo averle prodotte le comunica”.

Sì, perché nell’era della digitalizzazione di ogni cosa, in cui la stessa automobile è diventata un gadget tecnologico, secondo noi si è perso di vista il senso originario dell’automobilismo. Automobilismo inteso come emozione (e talvolta passione) per la guida. Certo, oggi le auto forse sono troppe, mettersi al volante non può essere definito un “piacere” quando si rimane bloccati nel traffico o ti ricordi che poi devi fermarti dal benzinaio … Ma per assecondare le cosiddette “nuove esigenze di mobilità”, molte case automobilistiche sono arrivate quasi a rinnegare il concetto di automobile.

Buona parte delle pubblicità o delle brochure che trovi in concessionaria ti parlano di tecnologia, di app, di connettività. Accessori o meglio gadget interessanti e anche fondamentali per conquistare un cliente. Specialmente se giovane e quindi più sensibile alla connessione del proprio smartphone. Ma sono contenuti pericolosi se vengono messi al centro di tutto perché facilmente sostituibili. Da altri gadget non automobili che sicuramente funzionano meglio. E dai servizi di mobilità alternativa che si stanno diffondendo – leggi car sharing, car pooling ecc. – che trasformano l’automobile in uno strumento per andare dal punto A al punto B a meno di 30 centesimi al minuto senza scatto alla risposta.

Se le Case automobilistiche hanno paura di vendere meno nel prossimo futuro, non tanto per la crisi, quanto perché l’auto si potrà consumare in modo diverso, l’errore più grande che si può commettere è quello di svuotare l’automobile degli aspetti emotivi che per 100 anni l’hanno legata all’uomo, a cominciare dal piacere di guidare.

Bisogna parlarne di più e lo di spot Toyota dimostra che si può fare anche quando sembra impossibile: guidare un’auto nel traffico può comunque essere piacevole e addirittura rilassante grazie alla tecnologia ibrida. Che poi è la verità e bisogna trovare il modo di dirlo. Vi lascio con il video che mi ha ispirato questo post. Tanto lo avete capito: mi è piaciuto. Anche perché come OmniAuto.it avevamo già raccontato la storia d’amore fra l’uomo e l’automobile in tempi non sospetti (era il 2012). Siete curiosi? Cliccate qui.

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