Non riuscivo a togliermi dalla testa, mentre mi preparavo ad andare all’Auto Show di New York, le domande che da qualche tempo mi faccio sulle scelte di marketing più recenti da parte della Cadillac. Ricordo in un passato non molto remoto che il management della casa era tutto teso a misurare la qualità dei nuovi progetti paragonandoli alle vetture europee del settore del lusso. La Cadillac che Bob Lutz sognava, era un automobile da ridisegnare per renderla direttamente competitiva rispetto alle ammiraglie di Bmw e Mercedes, e se possibile più potente, più performante e meglio ancorata alla strada. Le case tedesche 15 anni fa stavano erodendo la storica corona che Cadillac vantava nel mercato Usa, e i manager di Detroit cercavano di attrezzare una difesa prendendo di petto la concorrenza.
Oggi che le due lepri Mercedes e Bmw conducono la classifica delle vendite con due lunghezze di vantaggio sul mercato americano e Audi si sta avvicinando pericolosamente, la Cadillac ha fatto debuttare in concomitanza di due avvenimenti della portata delle Olimpiadi invernali e della serata degli Oscar, uno spot televisivo di tono fortemente aggressivo.
Nonostante le smentite della Casa è difficile non considerarlo come una bordata nazionalistica mirata contro la vecchia Europa gaudente e decadente, sparata da una Detroit ignara dei suoi problemi di sopravvivenza. Il messaggio è così anacronistico che non ha nemmeno generato commenti diretti da parte delle case tedesche. Lo ha invece raccolto la Ford con una risposta che sottolinea ancora di più la sbandata di stile della Cadillac.
Ma i clienti del blasonato marchio dell’alloro sono davvero un gruppo di americani xenofobi, ignari del fatto che il 99% dei loro concittadini lavora al posto di prendere vacanze per pagare le bollette, e non per comprare auto di lusso? L’ho chiesto a Uwe Ellinghaus, che lo scorso novembre è uscito dalla Bmw, per andare a dirigere il marketing della Cadillac.
“C’è un enorme equivoco intorno a questo spot, che nelle nostre intenzioni voleva solo celebrare la dedizione degli atleti olimpionici americani”, ha esordito Ellinghaus.
Ma in quanto all’abbandono del benchmarking sulle auto europee, non ha potuto che confermare. Il mercato di Cadillac fuori dagli Usa è l’Asia, un paese i cui gusti si stanno allineando in fretta a quelli dei consumatori statunitensi. Quindi auto di grandi dimensioni, Suv e grandi crossover piuttosto che berline. La “piccola” ATS, nata per compiacere invece gli europei, è destinata a restare un esercizio isolato nella gamma Cadillac, e il confronto diretto con le tedesche resterà aperto sul piano della tecnologia, ma non su quello della lotta serrata all’interno degli stessi segmenti. Anche per Cadillac, dopo Chevrolet, è arrivato il momento di uscire dall’Europa?
Io sono un fan della Cadillac, amo questo brand è credo che con i nuovi modelli è con motori diesel potrà fare bene anche in Europa !!! Daltro canto tra poco esce la nuova Alfa Romeo !!!