Oggi venerdì è in barca. Ma martedì 5 agosto era a Maranello in una riunione ad altissima tensione con uomini Fiat che si sarebbe conclusa con le sue dimissioni da presidente della Ferrari. Silenzio (e trattative) su tempi e modi di un eventuale annuncio, sempre che siano ancora lì sul tavolo. E dopo? Montezemolo sarebbe pronto – pare – ad approdare alla presidenza della nuova società che sta per nascere fra Alitalia ed Etihad, Bruxelles permettendo.
Sull’uscita dalla Ferrari di Luchino, come lo chiamava l’Avvocato, sussurri e grida si rincorrono da molto tempo, ma nell’ultima settimana sono diventati un tamburo di guerra. Il là più sonoro è stato dato l’1 agosto dall’assemblea dei soci di Fiat Chrysler, convocati per l’ultima volta a Torino per approvare la fusione: fuori dal cda Fiat, la posizione di Montezemolo è apparsa ancora più indebolita. Come lo era sembrata cinque mesi fa nello stesso cda della Ferrari con l’ingresso di nuovi nomi più vicini a Sergio Marchionne.
La tempestosa riunione di martedì a Maranello ha incrociato l’andamento negativo del titolo Fiat in borsa per la possibilità che la fusione possa slittare dopo il no di circa l’8% degli azionisti. Cosa che ha consigliato a Marchionne e al presidente della Fiat John Elkann (lui diventerebbe presidente Ferrari ad interim secondo altre voci) di procedere con estrema cautela. Montezemolo è la bandiera della Ferrari e la Ferrari è la bandiera del gruppo italo-americano: e non è tempo di dare cattive notizie a investitori e azionisti. Tanto più che il diritto di recesso contro la fusione è esercitabile entro il 20 agosto.
Montezemolo exit, dunque? Marchionne non lo amerebbe, meno che mai di fronte agli attuali pessimi risultati della Ferrari in formula 1 che a cascata – sarebbe stato uno degli argomenti della tesissima riunione di martedì scorso – hanno influenzato negativamente i conti del merchandising della Rossa, con riduzione sostanziosa del volume d’affari nei Ferrari Store. Uno dei quali, nel cuore di Roma a via Tomacelli, è stato liquidato a tempo di saldi estivi, come una boutique qualsiasi. Per contro, Montezemolo ha chiuso il 2013 Ferrari con risultati record per fatturato (+5%), per utile nella gestione ordinaria (+8,3%), per utile netto (+5,4%) a fronte di un calo delle vendite (-5,4%).
Ma se le cose davvero fossero in questi termini e se Alitalia lo accogliesse davvero a braccia aperte in un ruolo di presidente-ambasciatore del made in Italy nel mondo (Etihad vuole trasformare il marchio italiano in un premium dei cieli), per Montezemolo sarebbe la migliore delle uscite possibili. Perché solo i petrodollari di Abu Dhabi gli garantirebbero gli oltre 5 milioni di emolumenti che ancora riceve a Maranello.
[…] dunque è fuori dalla Ferrari, dopo 23 anni di presidenza. Avevo scritto l’8 agosto scorso di dimissioni del presidente del Cavallino sul tavolo, costretto da Marchionne in una sorta di processo di […]