Marchionne ha dunque rotto il tabù: la Ferrari, scorporata da FCA, correrà da sola e il 10% sarà quotato in borsa nel 2015. A Wall Street e “anche in Europa”, scommetto più sulla City londinese che Milano. Il 6 maggio scorso, alla presentazione del piano industriale 2014-2018, l’amministratore delegato aveva detto che Ferrari non si vende. A margine della presentazione, se non ricordo male, Marchionne aveva aggiunto che, secondo i suoi calcoli, Maranello vale almeno 5,5 miliardi di euro. Oltre la forbice indicata dagli analisti fra i 3 e i 5 miliardi.
5,5 oggi a bocce ferme, con risultati semestrali record e 7.000 auto vendute: portate a 10.000, cioè a +43% come ha aggiunto di voler fare in un prossimo futuro, il valore ovviamente è destinato a crescere. Separarla è già un’attribuzione di nuovo valore: fino a 10 miliardi?
Marchionne sarà abilissimo a tirar fuori più soldi dalla partita Ferrari di quanto gli riconoscano gli altri, come è sempre riuscito a fare in passato. Perché questo è il suo lavoro, aspettando che porti fino in fondo anche un piano industriale. Nell’attesa, la decisione sulla Rossa è stata corredata da altre scelte finanziarie, oltre che dalla approvazione da parte del cda dei risultati del terzo trimestre (“stagnanti”, li ha bocciati il Wall Street Journal).
Ferrari a parte, Marchionne ha portato a casa il varo di un prestito convertendo fino a 2,5 miliardi di dollari; la vendita di 100 milioni di azioni FCA; la decisione di rimborsare anticipatamente i prestiti obbligazionari di Chrysler nel 2015 e nel 2016. Cosa cruciale, perché gli dovrebbe permettere di mettere le mani sulla cassa di 13,3 miliardi di dollari di Chrysler.
Urgenze, a fronte di un debito netto industriale di FCA in paurosa crescita, da 9,7 miliardi di euro a 11,37 fra giugno e settembre 2014, cioè 1,7 in più in tre mesi. Segno che il gruppo continua a bruciare cassa. Marchionne pensa di non migliorarla nel breve termine con il core business. Per cui finanza, finanza e ancora finanza.
[…] marketing finanziario di Marchionne, ancorato allo scorporo della Ferrari da FCA con probabile trasferimento di sede fiscale annesso, ha funzionato alla grande, finora. Ma […]
[…] marketing finanziario di Marchionne, ancorato allo scorporo della Ferrari da Fca con trasferimento di sede fiscale a Londra negato ufficialmente 24 ore dopo la notizia di […]
[…] marketing finanziario di Marchionne, ancorato allo scorporo della Ferrari da Fca con trasferimento di sede fiscale a Londra negato ufficialmente 24 ore dopo la notizia di […]
[…] Fca, la quotazione in borsa di una parte della Ferrari entro il primo semestre servirà a portare non solo soldi in cassa ma ad accrescere globalmente la credibilità del gruppo […]
[…] Fca, la quotazione in borsa di una parte della Ferrari entro il primo semestre servirà a portare non solo soldi in cassa ma ad […]