Domenica ho visto la trasmissione Presa Diretta su Rai 3 dedicata al trasporto pubblico. Chi vuole può guardarla in streaming qui. La puntata ha messo in risalto la situazione del trasporto a Roma e arriva dopo una serie di polemiche sul nuovo piano del traffico (PGTU) che il sindaco Marino vorrebbe adottare. Dico subito la mia: l’allargamento della ZTL e la suddivisione della stessa in diverse zone mi trova d’accordo. In nessuna città europea è consentito transitare e parcheggiare nel centro come a Roma. Figuriamoci se quel centro ha una storia di 2 mila anni. Mi viene anzi da domandare perché non sia stato fatto prima. Così come sono d’accordo sulle altre indicazioni contenute nel PGTU: 2.500 vetture di car sharing a disposizione e più di 1.000 bici in 80 ciclo-stazioni.
Il Comune ha poi previsto una serie di limitazioni al traffico sulle vetture più vecchie: la proposta prevede stop alla circolazione delle auto Euro 0 da novembre 2015, alle Euro 1 a benzina ed Euro 2 diesel da novembre 2016, alle Euro 2 a benzina e alle Euro 3 diesel da novembre 2017. Giusto ma perché non anticipare il tutto? Perché attendere due anni prima di vedere fermati i veicoli a gasolio Euro 2 senza filtro antiparticolato (nel 2016 potrebbero avere anche 20 anni) e con emissioni dei polveri sottili 16 volte superiori a quelle di un veicolo Euro 5 o Euro 6? Avete provato a guidare uno scooter dietro a questi mezzi?
La parte del PGTI che non torna è però un’altra: il Comune vorrebbe aumentare del 20% gli utenti serviti e la velocità commerciale del trasporto pubblico per spostare sui mezzi pubblici almeno il 6% degli spostamenti che oggi avvengono in altro modo. Con quali vetture?
L’età media dei bus Atac a fine 2013 era di 9,6 anni. A fine 2014, visto che di vetture nuove ne sono entrate ben poche, diventerà di 10,6 anni. Per la Roma TPL che ha in gestione alcune linee periferiche, già a fine 2013, l’età media era di 13,7 anni. In molti dei casi quindi si tratta di Euro 0 ed Euro 1. Non va meglio alla metropolitana. In particolare per la linea B: i mezzi hanno in media 24,5 anni. Il record però tocca alla linea ferrotranviaria Roma – Giardinetti: i 29 veicoli compieranno a fine anno 60 anni.
Secondo il PGTU è prevista anche una sorta di pedaggio per l’accesso della città all’interno dell’anello ferroviario in funzione della normativa anti-inquinamento della vettura. L’assessore Improta, secondo Il Messaggero, ha rassicurato, come tutti quelli che lo hanno anticipato nella sua posizione, che “l’80 per cento di quanto sarà incassato con questa riforma sarà destinato al finanziamento di servizi e opere per il potenziamento del trasporto pubblico e per i sistemi di mobilità alternativa”. Se quindi il piano arriva al traguardo e diventa operativo nel 2017, dovremmo attendere almeno il 2018 per cambiare i bus a Roma?
[…] elettrici. Resta invece ancora aperto il problema del trasporto pubblico (leggete cosa avevo scritto) che per qualità e affidabilità non riesce a raggiungere i livelli degli altri Paesi […]