A pochi giorni dalla pubblicazione dei dati finanziari relativi al terzo trimestre, Ford ha annunciato uno ‘swap’ di responsabilità tra Steve Odell, attuale capo dell’Europa, e Jim Farley, al quale fanno capo a livello globale le funzioni vendite, marketing e post vendita. Con la consueta schiettezza che ci contraddistingue, diciamo subito che questo scambio non ci convince. Ma prima di fare ulteriori commenti vale la pena di soffermarci brevemente sui risultati di Ford Europa, che, al contrario da quanto annunciato dal direttore finanziario Bob Shanks lo scorso marzo, non stanno andando nella direzione auspicata.

Nonostante quota di mercato e fatturato siano in crescita, nel terzo trimestre il margine operativo è crollato al -6.4%, e le perdite nette sono salite a 439 milioni di dollari, 257 milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Di questo passo, è probabile che le perdite a fine anno superino il miliardo di dollari e che nemmeno nel 2015, dopo aver chiuso tre fabbriche, Ford torni al  profitto in Europa. Un cambio di guardia, dunque, ci sembra giustificato e, tutto sommato, inevitabile.

É la grande occasione per Farley, che alla tenera età di 52 anni finalmente assume una responsabilità di P&L  (gestione del conto economico)  dopo una brillante carriera prevalentemente in posizioni di staff. Un po’ come Marchionne ha fatto con Altavilla, il Ceo di Ford Mark Fields piazza in Europa il suo talento migliore. Dovesse riuscire nel turnaround dell’Europa, Farley diventerebbe un candidato credibile alla successione di Fields, che comunque è un suo quasi coetaneo ed è stato appena nominato. Dovesse fallire, Fields si sarebbe liberato di un pericoloso concorrente.

Non pensiamo invece che per Odell lo ‘swap’ sia una buona notizia, anzi è possibile che Fields così facendo abbia voluto salvare l’onore del suo buon amico ed ex-collega ai tempi di Mazda. Odell ha quasi sessant’anni, oltre a Ford e Mazda ha avuto incarichi prestigiosi in Jaguar e Volvo, ha una grande esperienza operativa che mal si coniuga con le caratteristiche della posizione che da gennaio andrà ad assumere. Il sospetto è che, per il ‘Basildon boy’ in Ford come apprendista dal lontano 1980, il prossimo passo sarà anche l’ultimo.

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