Proviamo a fare una scommessa a porte (ancora per poco) chiuse. Quale sarà la star del Salone di Ginevra 2016? Lasciate perdere le varie Ferrari, Lamborghini, McLaren, Bugatti, Porsche, Maserati, … nessun allibratore accetterebbe mai un centesimo su di loro. Meglio pensare ad altro: per me la novità più significativa sarà la Hyundai Ioniq. Chi non è caduto dalla sedia può anche continuare a leggere il perché.
La Ioniq, che bella non è, è la prima auto al mondo a essere offerta in versione ibrida, ibrida plug-in o elettrica. E’ la prima “verde” a 360 gradi e globale. Nessuno fa altrettanto. Più della Prius, meglio della Prius. E non è poco. E’ il segno di un mondo che sta cambiando e anche velocemente.
E’ un atto di forza dell’industria coreana (considerando anche il crossover Niro di Kia che nasce con la stessa logica). Non è un caso che per presentare la Ioniq si muova direttamente Chung Eui-sun, figlio del potente presidente del gruppo coreano Chung Mong-koo. E’ solo il primo step di una strategia che prevede 22 nuovi modelli verdi in gamma (Hyundai e Kia) entro il 2020. Se anche i prezzi saranno accessibili in stile Hyundai, il cerchio si chiuderà e il gioco è fatto.
Peccato solo che, almeno secondo quanto racconta Automotive News, l’obiettivo di Ioniq per il primo anno sia di sole 77 mila unità. Queste si, troppo poche per una regina di Ginevra.
Non sarà proprio bellissima, ma sicuramente lo è più della sua rivale diretta Prius, riuscendo comunque a mantenere un CX molto basso: 0.24 [dichiarato]
E poi ha un cambio (TCT) vero e non un CVT a coni come sulla Prius.
Non so, nonostante la tecnologia valida e collaudata di Toyota, la Prius ibrida mi ha sempre dato l’impressione di essere un giocattolone avveniristico dedicato a chi non interessa minimamente guidare, la Ioniq al confronto è molto più “vera”.
Bisogna comunque vedere quanto costa e quanto consuma rispetto alla giapponese…