“Don’t forget you are an Agnelli”, miss Parker era inflessibile con il futuro Avvocato. Oggi la severa istitutrice inglese di “Vestivamo alla marinara” tirerebbe le orecchie a Carlos Tavares, guida assoluta del gruppo Stellantis che ha inglobato la Fiat di Gianni Agnelli. Come si permette il manager di parlare e pensare come l’Avvocato? Soprattutto: senza proprio esserlo?
Nel 2023, Tavares ha portato 18,6 miliardi di utili a Stellantis, dividendi agli azionisti per 1,55 ad azione (+16%, cedola staccata il prossimo 22 aprile e in pagamento dal 3 maggio con il rischio per qualcuno di non arrivare alla fine del mese), oltre che un compenso di 36,5 milioni a casa sua.
Tavares ha un contratto da ceo del gruppo in scadenza alla fine del 2025 ed è un ottimo manager. Un car guy con una mano sul volante in senso letterale perché ama correre in pista e un’altra stretta sui conti, pronto a tagliare anche la spesa di una sedia rimasta inoccupata se una sosta al bagno malauguratamente si prolungasse. Però però, “remember you are not an Agnelli”.
Miss Parker avrebbe già alzato il sopracciglio qualche mese fa, quando Tavares – parlando a New York della pressione e della competizione nel settore – aveva evocato una antica profezia dell’Avvocato senza nemmeno citarlo: “Potrebbero sopravvivere solo cinque grandi produttori automobilistici”. Quella profezia è rimasta tale, ma ormai Tavares padroneggia il cinese e si deve essere imbattuto in Confucio: “Studia il passato se vuoi prevedere il futuro”.
Miss Parker non poteva certo fermarsi a leggere il giornale nemmeno dopo la buonanotte d’imperio ai pargoli (“time for bed now!”). Ma probabilmente avrebbe avuto un mancamento per l’intervista di Tavares al Sole 24 ore del 19 marzo scorso.
Il bravo ceo di Stellantis cita questa volta l’Avvocato a proposito della sua gestione delle fabbriche italiane (che è, un paragone?): “Credo che Gianni Agnelli avesse assolutamente ragione: l’interesse dell’azienda è l’interesse dell’Italia e viceversa”. A parte che l’Avvocato usò altre parole con Giovanni Minoli a Mixer in tv (“Quel che è male per Torino è sempre male per l’Italia”), miss Parker sarebbe rimasta più turbata dalle parole di Tavares contro l’ingresso di un costruttore straniero in Italia. Un copia e incolla di Fiat sola in Italia, tradizione e memoria di un tempo che fu. Storicamente il pensiero unico (la linea, si dice a sinistra) della famiglia Agnelli.
La Fiat ha sempre impedito che un concorrente entrasse in Italia per produrre automobili. Più o meno cento anni fa Henry Ford voleva provarci ma il senatore Giovanni Agnelli fece fuoco e fiamme finché nel 1930 convinse Benito Mussolini a sbarrare la strada agli americani. Nel 1986 ci pensò suo nipote Gianni Agnelli a fermare di nuovo Ford sulla via dell’acquisizione dell’Alfa Romeo. Il Piave mormorò e il marchio milanese finì a Torino.
Oggi il governo Meloni sostiene di voler fare entrare in Italia un produttore straniero e di essere addirittura in contatto con tre gruppi cinesi, dicendo a Stellantis: è la concorrenza bellezza. Tavares, da tempo in rotta di collisione con Meloni e compagni (camerati, ops), è contro.
Così rinverdisce quel pensiero unico: “Il mercato – dice il ceo – sarebbe più frammentato, non aumenterebbe in dimensione né in produzione. La battaglia vera sarebbe sui costi. Un produttore cinese assemblerebbe automobili utilizzando fornitori cinesi. Le dico questo: noi non abbiamo paura della sfida cinese, ma indebolire Stellantis in Italia non aiuterebbe l’Italia”. A parte che con un altro costruttore la produzione aumenterebbe – è la matematica bellezza – come fa Tavares a invocare non passa lo straniero come se non fosse successo nulla nel mondo dai tempi del senatore Giovanni, mentre lui per altro fa accordi da cavallo di Troia con i cinesi di Leapmotor?
Miss Parker saprebbe ricordare le parole autentiche dell’Avvocato: “Un Agnelli non può stare più di due mesi all’opposizione”.
[…] in Italia 1 milione di veicoli dalle circa 750mila dell’anno scorso, all’intenzione di far venire nel Paese un costruttore straniero dopo cent’anni di solitudine, cui girare incentivi pubblici che Stellantis non meriterebbe più o meriterebbe meno. Vai a capire […]