Sono due le scalate Fiat. In Rcs, se John Elkann comanderà davvero lo sapremo da martedì 9 luglio. In Chrysler, se Sergio Marchionne completerà l’acquisizione lo sapremo non più in questi giorni come inizialmente previsto ma forse entro la fine dell’anno.  In realtà, in queste ore il presidente della Fiat e l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler stanno giocando la stessa partita: il primo ha bisogno di comprarsi il consenso con l’acquisizione del Corriere della Sera per permettersi meglio la diluizione della quota di controllo Fiat e lasciare che il secondo porti definitivamente l’auto italiana dentro la galassia americana, al traino di Chrysler. Elkann sterza sui media, Marchionne sull’auto Usa. Un ticket perfetto, almeno sulla carta.

Contro, giocano duro elementi che purtroppo sembrano oggi pesare di più di quanto potrebbero pesare sia l’opposizione dei giornalisti del Corsera a una eventuale “fiatizzazione” dell’informazione, sia il ritorno della Fiom  nelle fabbriche Fiat come richiedono la Consulta e la ferma presa di posizione della terza carica del paese, la presidente della Camera Laura Boldrini.

In Rcs, l’imprenditore Diego Della Valle sta sfidando Elkann, puntando – se non alla maggioranza assoluta di circa il 23% – quantomeno a condizionare pesantemente il rivale e costringerlo a sedersi a un tavolo per spartirsi il potere.  Dalla sua, Della Valle ha una liquidità che è rara in questo paese e che Elkann ha solo in questo momento grazie alla vendita di Sgs. Martedì 9 lo scontro tra i due sarà sulle quote inoptate.

In Chrysler, il giudice del Delaware che deve decidere sul prezzo delle azioni ancora in mano al fondo dei sindacati, il Veba, sembra sia orientato a non esprimersi adesso.  E il quando, prima ancora che il quanto, complica non poco la scalata di Marchionne e dunque il resto della partita, già difficile per il forte indebitamento sia di Fiat che di Chrysler che per la crisi perdurante del mercato europeo e dei ritardi del gruppo in Asia.

L’impressione è che Marchionne abbia già messo in conto di dover pagare più di quanto stabilito negli accordi del 2009, ma può solo sperare di fermare al punto più basso la forbice della differenza richiesta da Veba. Oggi ha comunque esercitato la terza tranche della Veba call option. E sempre martedì 9 luglio, sarà l’occasione per sentire come il manager risponderà a Fiom, Consulta e Boldrini in occasione dell’assemblea dei soci di Fiat Industrial. Dopo che giovedì scorso a Milano ha preferito disertare l’ incontro stampa dove era stato annunciato per il lancio della nuova Fiat 500L Living.

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