Dacia Duster low cost high margin? Togliamo il punto interrogativo, traduciamo in italiano e così sappiamo che vendere un’auto a basso prezzo può significare anche avere margini di guadagno alti. O almeno è quello che sta capitando al suv Dacia, marchio controllato da Renault. Aria da record, direi.
Secondo gli analisti di Deutsche Bank, la Duster è addirittura il modello più profittevole dell’intera famiglia del gruppo Renault, con un secco 13%. Per dire, Martin Winterkorn, gran capo del gruppo Volkswagen, in una intervista ad Automotive News Europe parla di un buon margine appena sopra l’8%. Un’altra banca d’affari stimava l’anno scorso per Dacia un margine medio intorno al 9%.
La Dacia Duster è l’auto più venduta al mondo del gruppo nei primi cinque mesi del 2013, con tanti saluti dalla fabbrica di Pitesti in Romania. Una cartolina che vale per tutti i mercati: Duster funziona sui mercati emergenti come in quelli saturi del nord del pianeta. In India, per dire, ha superato perfino i costruttori locali, che pure di low cost se ne intendono. La Renault ha reinventato il concetto: sembra un miracolo, ma di mezzo c’è anche una crisi mondiale che ha cambiato i consumi, e questi sono i risultati.
Se non ricordo male, la Duster è fatta sul pianale Clio 1998. Da qui forse l’ampio margine di profitto. Significa che per gli acquirenti conta solo quello che c’è fuori, mentre quello che c’è “sotto” la macchina è irrilevante? Allora fa bene Marchionne a ricucinare in mille salse il pianale Punto 2003. Forse il presunto progresso non è poi così importante nella guida di tutti i giorni.